Sono sicuro che il 31 dicembre anche chi scrive sarà in piazza ad ascoltare il concerto dei Pooh. Come non farsi attrarre dal ricordo e dalla malinconia degli anni del ginnasio, quando goffamente ballando sulle note di “Tanta voglia di lei” o di “Noi due nel mondo e nell’anima”, si tentavano adolescenziali approcci, a volte respinti, con le poche coetanee presenti nell’allora feste private.
Sono altrettanto sicuro che più generazioni (ormai nonni, padri e figli) saranno presenti al concerto, desiderosi di trascorrere la fine del 2023 in compagnia delle canzoni dei Pooh e urleranno con tonalità, spesso stonate, i ritornelli più conosciuti. Sarà un sicuro successo di pubblico, che contribuirà, probabilmente, ad incrementare il flusso turistico a Salerno.
Mi chiedo, però, se le spese, che leggo pari a circa 500.000,00 euro, possono essere compatibili con la situazione di pesante indebitamento del Comune di Salerno, ormai iscritto in quella pseudo categoria della contabilità degli enti locali, definita come pre-dissesto, a poco incidendo il previsto contributo regionale, in un contesto in cui anche la Regione Campania conosce una situazione di forte tensione finanziaria. Ciò pone la questione centrale sul se le richieste di aiuto finanziario che vengono dagli enti locali siano giustificate da effettive insufficienze delle risorse o da gestioni poco oculate delle risorse da parte degli stessi amministratori locali.
Pur non entrando nel complesso e noioso dettaglio della finanza pubblica, va ricordato che “Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa far validamente fronte con le modalità di cui all’art. 193, nonché con le modalità di cui all’art. 194 (art. 244 del Testo Unico degli Enti Locali)”; mentre il pre-dissesto individua una situazione meno grave, ma che comunque richiede una significativa implementazione delle entrate e una altrettanto significativa riduzione delle spese.
In questi anni abbiamo applaudito a chi ci ha fatto assistere ad un continuo show gratuito, che ci ha fatto sorridere, ma che è stato finalizzato a coprire le deficienze nell’amministrazione della cosa pubblica, con irrimediabili ricadute nelle tasche dei contribuenti.
“Festa, farina (invero poca) e forca” erano le tre “F” di Ferdinando di Borbone per governare il popolo di Napoli, ma quel “precetto” ricorre anche oggi quando un’“autorità” (sia pure risultato di apparenti libere elezioni) intende soggiogare un popolo, spesso dormiente e disinteressato, che più non percepisce la partecipazione profonda al destino collettivo.
Giuseppe Fauceglia
Infatti la regola “ E’ ‘o popolo che ‘o vo’ ” funziona sempre come arma di distrazione. In quanto alle spese, Dio ce pensa. L’amministratore pubblico è la persona fortunata che fa la spesa col portafoglio degli altri, a cui non deve mai rendere conto delle sue azioni. Avete mai visto qualcuno che per troppa facilità nelle spese, ci abbia rimesso qualcosa di suo? In quanto alla nostalgia, è vero che ti prende, ma è anche vero che basta andare su You Tube e ti rivedi i Pooh al naturale di quando eravamo tutti giovani. Auguri.