In un’Aula gremita, il primo cittadino Roberto Mutalipassi ha evidenziato: «la sentenza va a confermare quanto più volte ho ripetuto e cioè che il 12 giugno 2022 il popolo di Agropoli ha espresso democraticamente e liberamente, senza alcuna interferenza, la volontà di porci alla guida della città di Agropoli. Alcuni errori commessi durante le operazioni di scrutinio hanno indotto la commissione elettorale, che si era insediata, a ritenere che ci potessero essere stati errori che avrebbero potuto alterare l’esito del voto. Noi siamo stati sempre sereni e abbiamo affrontato con tranquillità tutto quello che è successo dopo, in questi 18 mesi, che si è finalmente concluso ieri con la sentenza del Consiglio di Stato. La cosa che più mi rammarica non è tanto il fango gettato sul sottoscritto, ma quello buttato sulla città di Agropoli. In questi mesi Agropoli è stata anche alla ribalta nazionale, equiparata talvolta ad altre località dove purtroppo si sono verificati fenomeni malavitosi, che hanno interferito sull’esito elettorale, cosa che poi la giustizia ha avuto modo di appurare». «Ci sono stati – ha proseguito – addirittura senatori e deputati che si sono scomodati nel fare giudizi affrettati, ancora prima della pronuncia dei giudici del Tar, ad annunciando che ad Agropoli si sarebbe tornato a votare per brogli». Infine i ringraziamenti: «ringrazio i cittadini, la mia squadra che mi ha sostenuto e dato forza, gli avvocati che ci hanno difesi egregiamente, ma soprattutto la mia famiglia». «Adesso – ha concluso – andiamo avanti più forti e determinati di prima a lavorare per il bene della nostra città».
Queste le parole del presidente del Consiglio comunale Franco Di Biasi: «sono certo, dopo questa sentenza, che maggioranza e minoranza lavoreranno ancora di più per dare le risposte che i cittadini ci chiedono. E’ normale che si segua l’indirizzo che questa maggioranza ha scelto, quindi nel solco tracciato, ma l’auspicio è che si possa collaborare insieme, maggioranza e minoranza, cosa che è già accaduta in passato affinché arrivino risultati rapidi, veloci, che poi è quello che si aspettano i cittadini di Agropoli. Adesso – ha concluso – non ci sono più scuse o impedimenti e quindi l’augurio è di vivere serenamente i mesi a venire lasciando da parte le offese e tutto ciò che destabilizza l’ambiente».
Ha preso la parola l’avv. Lorenzo Lentini, difensore del Sindaco Roberto Mutalipassi, il quale ha brevemente ricostruito la complessa vicenda giudiziale definita favorevolmente con sentenza del Consiglio di Stato n. 51/2024: «I ricorrenti Pesce e Farese hanno fondato l’interesse a proporre il ricorso elettorale davanti al Tar sulla teorica possibilità di accedere ad un turno di ballottaggio (precluso per uno scarto di circa 320 voti tra le due liste) nonostante il plebiscitario distacco di circa 4.000 voti tra il Sindaco Mutalipassi ed il candidato Sindaco antagonista Avv. Pesce. Il contenzioso davanti al Tar ha investito ben 20 Sezioni (su 21) per contestate irregolarità formali dei dati contenuti nei rispettivi verbali di tali Sezioni. Il Tar ha disposto verificazione, le cui operazioni sono durate tre mesi, a cui ha fatto seguito un supplemento istruttorio all’esito del quale il Tar ha disposto l’annullamento parziale delle elezioni (decisione n. 2440/2023) di quattro sezioni (7, 14, 16 e 21) in ragione della mera discrasia formale tra schede votate e numero dei votanti contenuta nei verbali delle relative Sezioni. Tale decisione del Tar, tuttavia, è stata fermamente contrastata dal Mutalipassi, con ricorso in appello in Consiglio di Stato, attraverso una capillare dimostrazione che la mancata corrispondenza tra votanti e schede votate (nelle quattro Sezioni) fosse riconducibile unicamente a mere irregolarità formali che, tuttavia, non hanno alterato la sostanziale identità del risultato elettorale del Comune di Agropoli. La difesa del Mutalipassi ha invocato il principio fondamentale della salvaguardia della volontà degli elettori, riconosciuto da una giurisprudenza granitica del Consiglio di Stato, perché i verbali sezionali non sono scritti da “giuristi”, per cui alcun errore formale può mai rivestire automatica valenza caducante. Subito dopo il Mutalipassi, attraverso il suo legale, ha dimostrato che la mancata corrispondenza tra numero dei votanti e schede votate nelle quattro sezioni in esame dipendesse da meri vizi formali senza alterare la identità del risultato elettorale. Il Mutalipassi, infatti, ricorrendo a prove alternative (attestati dell’ufficio anagrafe, tessere elettorali con timbro delle Sezioni) ha superato le discrasie dei verbali, degradate a mere irregolarità formali, salvaguardando il risultato elettorale e la volontà univoca del corpo elettorale di Agropoli espressa in favore del Sindaco Mutalipassi. L’appello del Mutalipassi è stato accolto ed è stata riformata la sentenza di annullamento parziale del Tar Salerno. Il Consiglio di Stato, nel contempo, ha respinto l’appello incidentale di Pesce e di Farese, riconoscendo che anche nelle ulteriori 10 Sezioni controverse non fosse stata fornita prova, da parte dei ricorrenti di primo grado, di alcuna alterazione sostanziale ovvero la sussistenza della “scheda ballerina” o altro, per rimuovere l’esito democratico delle elezioni di Agropoli».
Sulla scia del collega, è intervenuto l’avv. Sergio Perongini, che ha curato la tutela legale dell’Ente: «non vi è stata alcuna rottura o mutamento di orientamento giurisprudenziale, alcuna impennata del Consiglio di Stato in ordine alla nostra vicenda, rispetto a quanto lo stesso da tempo afferma». Quindi ha precisato: «posso dire che l’uso della giustizia per finalità politiche non ha mai dato dei buoni risultati». E sui ricorsi: «nei confronti dell’Amministrazione di Agropoli sono stati prodotti dei ricorsi molto consistenti, anche per il prestigio, specie in materia elettorale, degli avvocati che li hanno patrocinati, in tutto otto tra ricorsi e motivi aggiunti. Si tratta di ricorsi estremamente minuziosi e articolati, sezione per sezione, in cui erano stati rilevati omissioni, errori di calcolo, come capita sempre in questi casi, forse perché è venuta meno quella esperienza che avevano in passato i presidenti di seggio che eseguivano correttamente le operazioni elettorali. Il merito della difesa è stato quello di aver dimostrato che quelle omissioni in realtà potevano essere facilmente ricostruite con mere operazioni di calcolo».
Infine l’avv. Luca Leoni, che ha difeso assessori e consiglieri di maggioranza: «Il risultato è arrivato grazie all’impegno e dedizione dei colleghi Lentini e Perongini, e alle loro intuizioni giuridiche senza le quali probabilmente questo grande risultato non sarebbe potuto arrivare. Ringrazio anche il collega Mirco Polzone con il quale abbiamo condiviso tante giornate in Prefettura per la verificazione».
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