Chi lo ha detto che il suono prolungato delle campane è solo per i morti? Per la Chiesa il suono delle campane, oltre a richiamare un evento, è anche un invito a guardare in alto, ai campanili che si elevano verso il cielo. Sono numerosi i parroci d’Italia che hanno deciso di far suonare a festa per ogni nuovo nato le campane delle loro chiese, stanchi di far muovere il battaglio solo “a morto”. Il fenomeno è diffuso, da Nord a Sud, soprattutto nei piccoli centri dove i lieti eventi sono sempre più rari e i rapporti umani meno complicati da vivere.
«La vita è un dono e va accolto e festeggiato da tutta la comunità: è questa verità che spinge a promuovere l’iniziativa già in uso in alcune parrocchie – si legge dal messaggio della Diocesi – I parrocchiani che sentiranno le campane a festa che annunciano la nascita di una nuova vita si ricordino di recitare un’Ave Maria alla Madonna così che il bimbo o la bimba che sono nati siano fasciati dalla preghiera della comunità».
Nel borgo di Atrani, il paese più piccolo d’Italia con poco più di 800 anime, la pratica è in vigore da diversi anni.
A Maiori, invece, il parroco Don Nicola Mammato fa suonare a festa quando un bambino o una bambina ricevono il sacramento del Battesimo.
A Ravello, lo scorso 9 gennaio, il parroco don Angelo Mansi ha attivato per la prima volta – per questa occasione – i sacri bronzi alle 18,00 a salutare la nascita di Edoardo Mansi.
Fonte Quotidiano della Costiera
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