Nel contempo, però, è consentito ad un giornalista della TV pubblica, pagata con i soldi di tutti i cittadini, da Lampedusa a Campione d’Italia, di stigmatizzare le parole del Presidente Iervolino, commentare con mancanza di obiettività lo svolgimento di alcune azioni della partita Napoli-Salernitana.
Egli, Alberto Rimedio, è stato particolarmente severo nei confronti di Iervolino, lo ha bacchettato, è apparso del tutto appiattito sulle decisioni arbitrali, è sembrato astiosamentre stizzito nei confronti degli ambienti e della dirigenza granata.
Mi sembrerebbe più che opportuno, a questo punto, come del resto richiedono tantissimi tifosi, invitare i nostri Parlamentari, di fede granata, che pure ci sono, a segnalare alla Commissione di Vigilanza RAI il giornalista in questione, che non può, secondo me, lasciarsi andare allo sproloquio cui abbiamo assistito, che del resto a tantissimi è apparso del tutto spropositato. A cominciare da Eraldo Pecci e dall’ex calciatore Adani, presenti alla trasmissione, e sicuramente più addentro alle dinamiche calcistiche. A molti, infatti, è sembrato un improvvisato ed avvelenato processo mediatico quello imbastito dal giornalista Rimedio nei confronti di Iervolino e della Salernitana.
La Televisione di Stato è di tutti, appartiene a tutti gli italiani, non solo ad una parte della popolazione, anche se quella parte è numericamente superiore. Almeno la Televisione pubblica non può né deve sposare le decisioni degli arbitri a prescindere, e neppure quelle dell’AIA, difendendone comunque e sempre i provvedimenti ed i comportamenti dei suoi iscritti e associati. Ne va il prestigio e la credibilità della stessa TV di Stato.
Aniello Salzano
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