Fari accesi sulle frodi più insidiose e sui casi di evasione più gravi, con l’obiettivo di individuare i comportamenti più pericolosi tralasciando i controlli meno rilevanti per importi o sostenibilità. E’ la nuova strategia dell’Agenzia delle Entrate contenuta in una circolare, dopo l’arrivo del nuovo direttore, Rossella Orlandi.
Grande cautela invece per gli accertamenti basati su presunzioni. Le indagini devono essere utilizzate evitando richieste di dettaglio su importi poco rilevanti e riferibili alle spese personali o familiari. Il redditometro scatterà solo nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi.
Tutti i controlli – spiega l’Agenzia – devono basarsi su approfondite analisi del rischio “tarate” in base alle tipologie dei contribuenti. Per i grandi, cioè quelli con volume d’affari sopra i 100 milioni di euro, l’Agenzia punta l’attenzione sui fenomeni di reale evasione, come per esempio la delocalizzazione dei redditi verso paesi a fiscalità più favorevole e la pianificazione fiscale aggressiva. Sempre con riferimento ai “big” continua la sperimentazione del “regime di adempimento collaborativo”. Si accelera, quindi, sulle frodi che possono avere una forte ricaduta sulla competitività e nascondono fenomeni di corruzione: dalle false lettere d’intento alle compensazioni di crediti erariali inesistenti.
Nell’ambito dell’attività di controllo nei confronti delle persone fisiche – sottolinea l’Agenzia – nel 2014 è stata data attuazione alla normativa relativa allo strumento del redditometro. La circolare delle Entrate con il nuovo piano ricorda che la fase preliminare di selezione dei contribuenti “a rischio evasione” va particolarmente curata, così da far scattare l’accertamento soltanto nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e spese sostenute.
La circolare ribadisce poi come, a tutela del cittadino, durante il momento di confronto con l’Amministrazione finanziaria deve essere garantita un’attenta valutazione delle prove e dei chiarimenti forniti dai contribuenti.
Grande Sacchettino sei l’orgoglio partenopeo ole ole ole Schettiiiii nooo….Schettino il nostro EROE…tutti Eroi..no censura
X Giggino l’Argentino
Scrivi un pò dappertutto su questo sito ma mai che ci si capisca nulla.
Due sono i casi:
o sei veramente straniero e quindi non hai familiarità con la lingua italiana
oppure sei talmente tarato mentalmente che partorisci quello che si legge.
Scrivi poi sempre “no censura” ma cosa ti vogliono censurare se non si capisce nulla?
Bisogna ricordare che i veri evasori che provacano tanto danno allo stato sono sospratutto i milioni (perchè sono milioni!) di persone che fanno attività privata e che tutti noi conosciamo benissimo e solo il fisco e i nostri politici fanno finta di non conoscere .Alcuni esempi: Tantissimi professionisti in primis i medici, e la stragrande maggioranza degli artigiani: idraulici, parrucchieri, pittori, ditte di ristrutturazione, ditte di traslochi, ecc…….eccc…. si potrebbe continuare per un bel pò. Come al solito ci buttano fumo negli occhi!
Come dice l’articolo, la vera evasione è il capitale che viene sottratto dall’Italia e portato all’estero. L’evasione interna invece favorisce gli scambi e aumenta la ricchezza, la grande perdita di ricchezza è dovuta soprattutto nell’avere voluto combattere la microevasione interna, rallentando notevolmente la velocità degli scambi dei beni. La ricchezza di uno stato non dipende dalle tasse che tutte devono convergere in unica cassa comune per poi essere ridistribuite a seconda del volere dei politici ma dalla velocità di frequenza degli scambi. Una sola banconota da 100 euro, dopo un mese, può generare un valore di 100.000 euro se è stata scambiata 1000 volte ma se irrigidisco il sistema, attraverso una guerra mediatica all’evasione, la velocità di scambio rallenta enormemente, la stessa banconota viene scambiata solo 10 volte nello stesso arco di tempo perdendo una notevole quantità di ricchezza. Lo stato, in questo modo, ci rimette tantissimo, nel tentativo di fare maggiore cassa non si accorge di andare verso il precipizio.