Carceri: Affettività, Governo e Parlamento intervengano

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“La sentenza della Corte Costituzionale che apre ai colloqui affettivi, anche intimi, in carcere pone una serie di ulteriori problematiche logistiche, gestionali e operative alle gravissime esistenti ed è destinata ad aumentare considerevolmente il già insostenibile carico di lavoro per gli operatori, peraltro decimati negli organici con 18mila unità mancanti al solo Corpo di polizia penitenziaria”.

Così commenta la decisione della Consulta che ha giudicato incostituzionale l’inderogabilità del controllo visivo dei colloqui dei detenuti Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “Siamo naturalmente rispettosi della Costituzione e delle decisioni del Giudice delle leggi, ma non possiamo non evidenziare, come peraltro fa la stessa Corte, che l’attuale situazione penitenziaria è di assoluta emergenza, anche per le deficienze logistiche, strutturali e infrastrutturali, per il sovraffollamento, per le carenze strumentali e negli equipaggiamenti, per l’atavica disorganizzazione. In questo quadro, ci viene davvero difficile immaginare la gestione, in sicurezza e in maniera dignitosa, di colloqui intimi su vasta scala”, argomenta il Segretario della UILPA PP.

“Anche per questo, dunque, vi è la stringente urgenza che il Governo vari un decreto carceri per affrontare l’emergenza e adottare le misure più urgenti, dalle assunzioni straordinarie e accelerate agli stanziamenti di risorse appropriate per il rapido adeguamento degli edifici, se del caso anche mediante la previsione di un commissario straordinario, passando per il deflazionamento della densità detentiva. Sarebbe peraltro deleterio tentare d’incedere, come ripetutamente avvenuto in passato, con provvedimenti tampone con l’intento di turare qualche falla, ma finendo per aprirne molte altre. Per questo, invitiamo altresì il Parlamento ad approvare una legge delega per riformare organicamente il sistema d’esecuzione penale, reingegnerizzare il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e riorganizzare il Corpo di polizia penitenziaria. Da oggi c’è un grandissimo motivo in più per farlo”, conclude De Fazio.

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