Tridico: «700mila persone rimaste fuori dai nuovi strumenti di sostegno»

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«Ci sono in questo periodo temi di grandissima rilevanza non soltanto il reddito di cittadinanza che sta togliendo reddito a centinaia di migliaia di persone. Abbiamo visto come nell’ultimo pagamento dell’Istituto, sostanzialmente, meno di 300 mila persone hanno ricevuto questi nuovi strumenti di sostegno al reddito, rimangono fuori 700mila famiglie che corrispondono, anche secondo quello che dice Bankitalia, a 932.000 persone».

Lo ha dichiarato Pasquale Tridico già Presidente Inps intervenuto ieri mattina all’incontro del Movimento 5 Stelle come scrive Le Cronache consultabile on line

«Un risparmio di 4/5 miliardi sulla pelle degli ultimi, inutile e soprattutto in un territorio come il sud che ha bisogno, al contrario, di maggiore sostegno. Nella scorsa settimana è stata varata, al Senato, una riforma indegna che stravolge l’unità costituzionale del Paese, l’unità regionale, l’unità del Paese dal punto di vista non solo istituzionale ma anche economico attraverso una riduzione di risorse che andranno a sud, data per certa da diversi istituti che fanno analisi di bilancio, perché con queste 23 materie che verranno devolute alle Regioni, secondo le loro scelte, il governo rinuncerà a circa il 30% del bilancio in modo centralizzato e questo comporterà una grave sofferenza per i territori che storicamente hanno visto delle condizioni più svantaggiate – ha detto ancora Tridico –

Vincenzo De Luca è uno di quei governatori che al sud ha un comportamento assolutamente corretto rispetto all’autonomia, rispetto al contrasto all’autonomia insieme ad altri governatori quale Emiliano in Puglia, ma ci sono anche altri governatori, nelle altre regioni del Sud, magari non legate esattamente alla Lega o a Fratelli d’Italia, magari più legate a Forza Italia, mi riferisco, ad esempio a Occhiuto, a Bardi in Basilicata e in Calabria dove è evidente un forte disagio da parte loro e mi risulta anche che ci sia, da parte di tanti sindaci sul territorio, un disagio verso questa riforma.

Ecco questo disagio deve venir fuori anche per il bene del Sud, noi dobbiamo contrastare in ogni modo; questo oggi secondo me diventa la principale battaglia per per il sud ma per l’Italia perché se passa questa riforma non solo è la fine dell’Unità politica del Paese, ma è anche una una condanna economica a una disuguaglianza territoriale la influenza tra cittadini sempre più marcate».

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