Per effetto di una proposta di legge presentata di recente, che introduce l’obbligo di informare i clienti della possibilità di portare a casa il cibo avanzato e di soddisfare coloro che fanno richiesta, l’offerta della doggy bag potrebbe presto diventare obbligatoria.
Altroconsumo ha coinvolto i consumatori iscritti alla community ACmakers su questo tema, raccogliendo 1.000 risposte. Dalla indagine emerge che circa 1/3 delle persone dichiara di consumare il pasto al ristorante o in altri locali 2 o 3 volte al mese mentre 1/5 lo fa una volta al mese. C’è anche una fetta di persone che dice di uscire a mangiare una volta alla settimana.
“Perché si avanza tanto cibo al ristorante?” Secondo coloro che hanno risposto, le porzioni sono troppo abbondanti oppure vengono portati a casa i piatti che i bambini non finiscono o le pietanze ordinate in eccesso. Per gli ACmakers la pizza è l’alimento più gettonato per la doggy bag (segnalato quasi dalla metà di chi ha risposto), seguito dalla carne (1 su 3) e, a distanza, da un primo piatto.
Un po’ meno successo ha la doggy bag delle bevande (acqua, vino, bevande gasate…), solo 3 persone su 10 dichiara di aver fatto questa esperienza. Acqua e vino sono in cima alla lista delle preferenze. Nella maggior parte dei casi le persone non hanno portato a casa le bevande perché l’avanzo era poco (1/3) o nullo (quasi la metà); alcuni erano imbarazzati a chiederlo (1/5), mentre altri pensavano fosse scomodo portare a casa la bottiglia dal ristorante.
Favorevoli alla introduzione della relativa norma sono più di 9 intervistati su 10. E pur di ridurre lo spreco di cibo e bevande, più della metà dei rispondenti sarebbe disposto a portarsi i contenitori da casa, opzione a cui sarebbe favorevole 1/3 dei rispondenti, anche se di fatto non la ritiene una soluzione fattibile o frequente. A prescindere da quanto rilevato, la doggy bag viene ormai considerata fra oltre che una ottima soluzione economica non scevra anche da profili etici.
di Tony Ardito
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