De Rosa ha sottolineato come, al di là delle perdite per i comparti produttivi legati alle politiche di sostenibilità, ci sia il comparto logistico frenato non solo dalle politiche europee, ma anche dalle scelte penalizzanti messe in campo da altri Stati, e che spesso fanno leva sulle politiche ambientali per un tornaconto decisamente più egoistico.
“L’Austria blocca i tir italiani al Brennero con la pretesa di supposte necessità ambientali – ricorda De Rosa -. Così, facendo, però, Vienna non rispetta la libera circolazione e concorrenza e questo ci costa più di un miliardo di euro. Inoltre, a partire dal secondo semestre del 2023, il numero di mezzi pesanti provenienti dalla Germania e diretti verso sud è stato diminuito ad un massimo di 300 veicoli all’ora. Con questa politica totalmente arbitraria e contraria a quello che dovrebbe essere lo spirito dell’UE, si mette in crisi un asset strategico per l’Italia: l’export”.
Parole pronunciate tutt’altro che in maniera casuale, considerando che proprio dal valico del Brennero passa una quantità importantissima di beni diretti in Germania: all’incirca 50 milioni di tonnellate di merci all’anno. De Rosa ha voluto porre l’accento su questa tematica importante ma ancora poco approfondita.
“Finalmente sul contrasto tra Italia e Austria al valico del Brennero il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è passato dalle parole ai fatti – spiega il CEO di SMET – e lo stesso ministro informa di aver spedito a Bruxelles una lettera in cui chiede l’avvio di una procedura di infrazione nei confronti di Vienna, al quale la Commissione ha già risposto affermando che svolgerà appieno il proprio ruolo”.
Si apre così un nuovo capitolo, disciplinato già dall’Articolo 259 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). La regola invocata dal ministro Salvini prevede che “ciascuno degli Stati membri può adire la Corte di giustizia dell’Unione quando reputi che un altro Stato membro ha mancato a uno degli obblighi a lui incombenti in virtù dei trattati”.
Roma e Vienna potranno presentare le loro argomentazioni, in forma scritta e orale, alla Commissione, che avrà poi tre mesi di tempo per formulare un parere motivato sulla questione. Nel caso in cui la Commissione non si esponga entro quel termine, il governo italiano potrà rivolgersi direttamente ai giudici di Lussemburgo. Per De Rosa il tempo stringe. “così, l’Europa non gira per niente – afferma il CEO di SMET – non possiamo permetterci ulteriori perdite di tempo o rallentamenti. E non solo al confine”.
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