Andamento lento agli sportelli delle Asl e dei comuni (di Tony Ardito)

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Durante la pandemia le lunghe attese in fila presso gli uffici pubblici sono svanite, ma con il graduale ritorno alla normalità, i cittadini hanno ripreso a frequentare gli sportelli, determinando un nuovo e importante aumento dei tempi di attesa.

In base a uno studio della Cgia (Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) nel 2023, rispetto al 2021, circa 2,5 milioni di cittadini (il 17,3% del totale) hanno dovuto attendere più di 20 minuti per essere serviti presso uno sportello pubblico, sia esso dell’Asl o dell’ufficio anagrafe del comune. Un aumento dei tempi di attesa che colpisce soprattutto gli individui di età superiore ai 64 anni, i quali, a differenza dei giovani, presentano minori competenze informatiche che consentirebbero loro di accedere ai servizi online.

Secondo l’analisi della nota sigla, le Asl in Sicilia si sono distinte per essere le più lente nell’erogare referti e pratiche tecniche/burocratiche, con il 68,4% degli adulti che ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti. Seguono le Asl del Molise con il 67,6%, della Calabria con il 67,2%, della Campania con il 65,8% e della Basilicata con il 65%.

Tra il 2021 e il 2023, le regioni nelle quali teoricamente la fila agli sportelli Asl è aumentata di più sono state l’Abruzzo (+11 persone), il Veneto e la Basilicata (con +10 persone) e la Sardegna (+9 persone). Il settore dell’Asl – dove peraltro si è registrato un aumento delle tariffe negli ultimi anni – risulta essere quello con più ritardi.

In riferimento agli sportelli degli uffici anagrafe, quelli nei comuni del Lazio sono stati i più lenti nell’erogare i certificati richiesti dai residenti, con il 44,1% degli adulti che ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti. Seguono i comuni siciliani con il 43,3%, della Puglia con il 34,7%, della Calabria con il 33,5% e della Campania con il 32,2%. Fra il 2021 e il 2023, i comuni presso cui ipoteticamente la fila agli sportelli dell’anagrafe è aumentata di più sono stati la Calabria (+8 persone), l’Umbria (+6 persone) e l’Abruzzo (+5 persone).

Diversamente, le amministrazioni comunali che hanno visto una diminuzione della fila sono state quelle del Molise (-6 persone), delle Marche (-3 persone), della Emilia-Romagna, del Piemonte e della Campania (tutte e tre con -2 persone).

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