La tariffa puntuale- come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – è un sistema di tassazione più equo e giusto per i cittadini perché, oltre ai metri quadri dell’abitazione e al numero dei componenti il nucleo familiare, tiene conto anche dell’effettiva produzione dei rifiuti.
Premia infatti i cittadini virtuosi che producono meno rifiuti non differenziati. Per effettuare il passaggio da Tari a Tarip, serve predisporre un sistema di misurazione. Salerno Pulita dovrà monitorare per un periodo di tre mesi, la produzione di rifiuti di un campione rappresentativo delle circa 58 mila utenze domestiche.
Il campione sarà costituito da 2.100 utenze, di cui 375 con un solo componente, 374 con due componenti, 310 con tre, 366 con quattro, 322 con 5 e 258 con 6 o più componenti.
A spiegare questa nuova fase sperimentale l’amministratore unico di Salerno Pulita, Vincenzo Bennet che lancia un appello alla collaborazione ai cittadini affinché aderiscano all’iniziativa proponendosi per far parte delle utenze campione, le quali riceveranno un mastello con un codice identificativo e sacchetti specifici da utilizzare per il conferimento dei rifiuti che saranno pesati quotidianamente per tutto il periodo del monitoraggio.
«Dobbiamo innanzitutto ringraziare Conai che ci ha assistito sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista economico per la parte della comunicazione. Le norme europee nazionali si indirizzano verso questo nuovo tipo di tariffazione, una tariffazione puntuale: bisogna pagare sulla base del rifiuto che si produce e sulla base della qualità della raccolta.
L’obiettivo è di far produrre meno rifiuto, quindi sviluppare il riuso: meno rifiuto si produce, meglio si differenzia e meno si paga».
Rispetto all’attuale raccolta differenziata, cosa cambia nello specifico con questa fase sperimentale?
«Diciamo che rispetto alla raccolta differenziata il calendario resta lo stesso. Non siamo ancora in grado di spiegare e di capire quale sarà l’effettivo risparmio da parte dei cittadini più virtuosi dal momento che questa fase di sperimentazione serve proprio a creare l’algoritmo che ci dirà di quanti conferimenti minimi necessitano le persone, sulla base del rifiuto che producono, e quindi immaginiamo che si pagherà per numero di conferimenti; quindi meno e meglio conferiamo e meno si paga.
Però sicuramente questa è una fase di sperimentazione per arrivare a un algoritmo che sarà l’algoritmo specifico per la città di Salerno, per le abitudini di Salerno, per le abitudini dei Salernitani. Non c’è un algoritmo oggettivo, la fase di sperimentazione consiste nel pesare il rifiuto prima di raccoglierlo e quindi capire in media a Salerno quanto rifiuto produce una famiglia con un solo utente e una famiglia con due utenti e così via».
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