Giuseppe Calise, una vita da cronista
Giuseppe Calise (nella foto), scomparso nel 2017, è un grande simbolo di “una vita da cronista” al servizio di un corretto rapporto tra informazione e giustizia. Per il suo mezzo secolo di professione al quotidiano “Il Mattino”, del quale è stato capocronista e caporedattore centrale, Calise ha seguito i principali fatti e gli avvenimenti che hanno caratterizzato la vita della città di Napoli e della Campania in anni difficili. Una carriera iniziata a Milano, da corrispondente del quotidiano fondato da Matilde Serao e proseguita a Napoli, da cronista di giudiziaria. Impegnato anche in ruoli dirigenziali nel sindacato dei giornalisti e nell’Unione Cronisti oltre che consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, alcune delle sue inchieste hanno raccontato i grandi avvenimenti che hanno attraversato lo storia italiana di fine Novecento e inizi degli anni duemila: la strage di via Caravaggio, il caso Tortora, il contrabbando, la corruzione politica. E poi l’omicidio di Anna Grimaldi e il barbaro assassinio di Giancarlo Siani, sul quale nel 1988 scrisse anche un libro “Morte di un cronista, il caso Siani”, edito proprio da “Il Mattino”. In memoria del lavoro da cronista di Giuseppe Calise proprio nel 2017, nell’anno della sua scomparsa, è stato istituito un Premio a lui dedicato e destinato a cronisti che si sono particolarmente distinti nei lavori di inchiesta.
Premio Calise: informazione e giustizia, cronisti e magistrati a confronto mercoledì 8 maggio a Napoli
In occasione della quinta edizione del Premio Calise la Fondazione Salvatore, una della Fondazioni più attive in Campania nell’ambito sociale e culturale, promuove, insieme con l’Ordine dei Giornalisti della Campania e il quotidiano Il Mattino, una riflessione che analizzerà con relatori di altissimo profilo alcuni degli aspetti deontologici più importanti del lavoro del cronista di giudiziaria. Al centro del dibattito (mercoledì 8 maggio, presso il NapHub Spazio Eventi, in viale Gramisci a Napoli) ci sarà in particolare il rapporto tra informazione e giustizia visto sia dall’angolazione del cronista, con l’intervento dei giornalisti Giuseppe Crimaldi, Alfonso Pirozzi e Claudio Silvestri, sia del magistrato con l’intervento di Ida Teresi, presidente Anm Napoli, sia dello studioso del diritto dell’informazione con l’intervento di Stefano d’Alfonso, professore di Istituzioni di diritto pubblico all’Università Federico II di Napoli dove dirige il Laboratorio interdisciplinare di ricerca su mafie e corruzione (Lirmac) del Dipartimento di Scienze Sociali.
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