L’introduzione del lavoro in appalto con soggetti art.16 che garantiscono basse tariffe, flessibilità e straordinari, autoproduzione per le operazioni portuali di rizzaggio e assunzioni al di fuori dell’organico porto sono le cause principali di questa situazione.
Pratiche tutte espressamente “vietate” dalla Legge 84/94 dal CCNL di settore ma che vengono puntualmente messe in campo dai grandi terminalisti molto spesso con il tacito assenso degli enti di controllo.
USB ha deciso di dichiarare guerra a questo sistema e lo sta facendo in tutti i porti in cui è presente. Difendere il lavoro portuale ma soprattutto la qualità del lavoro, il salario e la sicurezza sono i nostri capisaldi.
Bene, quindi, che la Compagnia di Salerno abbia annunciato delle schiarite rispetto alla precedente crisi. Ma non basta. Bisogna monitorare costantemente la situazione e soprattutto lavorare affinchè gli storici precari di Intempo, che lavorano a contratto da oltre 10 anni, siano immediatamente stabilizzati.
Se il lavoro c’è deve essere equamente distribuito tra tutti. A questo proposito stiamo portando avanti uno studio anche per quanto riguarda il porto di Napoli. Le concessioni che sono state accordate, l’interscambio di manodopera nei terminal e il sistema di appalto. L’Autorità di Sistema di Napoli e Salerno hanno effettivamente svolto il ruolo di controllo e regolamentazione che la Legge impone?
Usb Coordinamento nazionale Mare e Porti
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