Un’iniziativa simbolica per chiedere lo “stop” delle guerre e un immediato cessate il fuoco in Palestina e Ucraina, ricordando che un futuro di pace e giustizia climatica è possibile solo liberandosi dalla dipendenza dalle fonti fossili e accelerando sulle rinnovabili, che non finanziano conflitti ma contrastano crisi climatica e caro bollette.
Da Paestum è stata anche annunciata la grande mobilitazione che verrà organizzata in autunno da Legambiente, in sinergia con molte realtà associative e movimenti, in vista della COP29 a Baku in Azerbaigian (11-24 novembre), anticipando alcuni dei temi caldi su cui sarà importante ottenere risposte solide e immediate dalla prossima Conferenza sul clima.
Quello che Legambiente lancia da Paestum è un appello al Governo italiano, proprio in vista della COP 29 e dell’aggiornamento del nuovo PNIEC (da consegnare alla Commissione Europea entro fine giugno), ricordando 4 priorità per lo “stop” alle guerre, una pacifica transizione ecologica e una maggiore giustizia climatica: 1) phasing out dalle fossili, 2) No al nucleare: 3) Accelerare sulle rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli. 4) A livello europeo una più efficace azione diplomatica, favorendo i negoziati per arrivare a un cessate il fuoco, .
“La spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum si è trasformata in simbolo di pace e speranza – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Insieme ai giovani attivisti e attiviste chiediamo un futuro più giusto, equo, libero dalle guerre e dalla dipendenza delle fossili. Due facce della stessa medaglia in quanto il modello energetico prevalentemente incentrato sulle fossili, oltre che ad aggravare la crisi climatica, è alla base di gran parte dei conflitti armati che portano a morte, violazione di diritti umani, migrazioni forzate.
Lanciamo l’appello al Governo italiano di un cambio di rotta immediato fatto di un definitivo phasing out dalle fossili, svincolandosi dalle dipendenze dalle fossili di tutti i Paesi, a partire da quelli in cui la democrazia è messa in discussione (si pensi alla Russia ma anche alla Libia, l’Algeria e l’Egitto); di “stop ai sussidi alle fossili” e a false soluzioni come il nucleare; di lavorare speditamente ad un modello di sviluppo sostenibile fatto di milioni di impianti alimentati a fonti rinnovabili, efficienza energetica, sviluppo di reti e accumuli, sfruttando tutte le potenzialità in primis il sole e il vento; anche semplificando il quadro autorizzativo per le rinnovabili, ulteriormente complicato dal decreto approvato qualche giorno fa sulle aree idonee che lascia troppe libertà alle regioni; e, a livello europeo, di svolgere un ruolo di apripista con relazioni internazionali e nazionali basate su pace e dialogo per attuare una pacifica transizione ecologica in tutti gli stati membri”.
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