La luna rossa illumina il golfo di Salerno

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Occhi all’insù ieri sera, domenica 21 luglio, per ammirare la Luna piena del Cervo.

Il fenomeno astronomico è iniziato alle 12.17 ma è diventato visibile in Italia solo in serata, a partire delle 21.20 circa, quando il satellite della Terra sorge nel cielo orientale.

Questo plenilunio è particolarmente affascinante poiché avviene in piena estate, consentendo a molti di godersi lo spettacolo all’aperto.

Il disco lunare è apparso leggermente più grande del solito, un fenomeno dovuto alla variazione della distanza tra la Luna e la Terra, che oscilla tra i 356.400 km (perigeo) e i 406.700 km (apogeo).

Nella tradizione anglosassone la Luna piena di luglio è chiamata “Luna del Cervo”, una definizione che deriverebbe dalle tribù dei nativi americani degli Algonchini. Il riferimento è ai cervi perché proprio in questo periodo le corna degli esemplari maschi raggiungono il loro massimo sviluppo.

La Luna piena di ieri sera ha cambiato colore ed è stata immortalata in diversi scatti. La Luna, nell’insolito colore rosso, ha illuminato il golfo di Salerno.

Da cosa dipende il cambio di cromia? Tutto  dipende da uno specifico combinarsi dell’angolo da cui la vediamo e della composizione dell’atmosfera terrestre. Sì, perché la Luna piena del 21 luglio essendo bassa all’orizzonte ha consentito di osservarla attraverso una porzione molto più spessa dell’atmosfera terrestre rispetto a quando la vediamo ben alta nel cielo. Occorre infatti tenere presente che l’atmosfera terrestre è come una sfera di gas che circonda il pianeta, più sottile verso l’alto e molto più corposa verso il basso.

Lo strato spesso influenza anche il colore della Luna, perché è più ricco di molecole e particelle che assorbono e disperdono la luce. Questi elementi, nello specifico, tendono a disperdere le lunghezze d’onda più corte della luce rispetto alle lunghezze d’onda più lunghe. Ciò significa che la luce arancione e rossa, che hanno lunghezze d’onda più lunghe, tendono a passare attraverso l’atmosfera, mentre le lunghezze d’onda più corte della luce, come il blu, vengono disperse.

Ecco dunque spiegato perché l’astro aveva un colore più “caldo” del solito: il corpo celeste non cambia davvero il suo aspetto latteo ed etereo, è semplicemente il filtro atmosferico a cambiare la nostra percezione.

Foto di Daniele Gaudieri e Marcello Barra

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