Raramente mi capita di leggere in un italiano “leggibile” frammenti di “vita vissuta“ raccolti in un volume. L’occasione mi è stata offerta dalla dottoressa Anna Senatore, vedova dell’onorevole Enzo Fasano, che tanta parte di sé ha lasciato nella cronaca.
Dico subito, per evitare strumentali interpretazioni, che al termine della lettura del libro “Donna dietro lo specchio“ firmato da Anna Senatore, ho vissuto, a ritroso del tempo, gli usi e i costumi della società, quella umile e schietta, della Salerno di tanti anni fa e del Mezzogiorno più in generale.
Nel libro non sono racchiuse solo le donne dell’albero genealogico dell’autrice ma tutta quella parte della società del sud in cui la donna svolge le attività più umili all’insegna della dignità e, talvolta, della condizione più fragile.
Senatore idealmente ha sfogliato il libro dei ricordi ed ha scritto, con mano maestra, dei suoi avi con prevalenza delle “figure femminili”. Fortunatamente il libro è privo di quella ipocrisia che nasconde, in senso lato, la tragedia di alcuni componenti dei parenti vicini e lontani.
Poche e significative le frasi sulla follia, sulla prepotenza, sulla violenza di genere in una agiata abitazione di New York in cui tutto conclamava la presenza del “danaro sporco“ gestito da un cinico rappresentante della “Mano Nera”.
Non è, poi, facile racchiudere in poche righe, come ha fatto Anna Senatore, l’amore di un soldato inglese per una sua prossima parente conclusosi con il matrimonio. Le donne che rappresentano l’architrave su cui poggia il libro spesso sono state protagoniste, nel bene nel male, di storie ed eventi affidate ai ricordi di Anna Senatore.
“Donna dietro lo specchio” si legge facilmente perché è uno spaccato di una società umile ma dignitosa.
Enzo Todaro
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