Ruggi, donna salernitana in isolamento per 20 giorni al Pronto soccorso: “Un incubo”

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«Ricoverata in isolamento, sono stata abbandonata al mio destino. Una volta al giorno passava il medico, poi il nulla».

Una dura denuncia – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – quella che arriva da una donna di Salerno che lo scorso mese ha vissuto un’esperienza «traumatica» al Ruggi d’Aragona di Salerno.

La donna, lo scorso mese, è stata ricoverata presso l’ospedale Ruggi d’Aragona per un’infezione. Pochi giorni dopo le dimissioni, è stata costretta a recarsi nuovamente in pronto soccorso per dei malesseri che l’accompagnavano ormai da giorni. «In quel momento, è iniziato il mio incubo: mi hanno messo in isolamento, un luogo utilizzato per le persone positive al covid ma io non ero tra quelle.

Avevo vertigini ma non ero positiva eppure ero circondata, rischiavo di essere contagiata – ha raccontato la donna – Mi hanno sistemato in una stanza e subito dopo l’amara scoperta: non avevo neanche il “telecomando” per suonare l’allarme in caso di necessità.

Durante la mia permanenza lì, la maggior parte del tempo ero sola. Passava il medico una volta al giorno, poi durante la consegna dei pasti incontravo l’operatore di turno ma se avessi accusato un malore sarebbe stato un problema, non sapevo come richiamare l’attenzione dei medici o degli infermieri».

Dopo il ricovero, la donna è stata abbandonata a sé stessa per 24 ore: «Mi hanno sistemato in stanza, poi non ho visto più nessuno fino al giorno successivo quando un medico è venuto da me per gli esami del sangue. Nessuna visita in quel momento, chiedono a me spiegazioni sul perché mi trovassi lì ma solo al cambio turno sono stata visitata da un dottore che mi ha palesato l’ipotesi di un ricovero per accertare la mia situazione, avendo dei valori non proprio stabili – ha raccontato ancora la donna – Nessuno sapeva nulla sul mio stato di salute, addirittura una dottoressa ha provato a informarsi telefonicamente con il direttore sanitario.

Una situazione imbarazzante, preoccupante perché vengono riferite cose mai accadute come il consulto con l’otorino. Io non ne sapevo nulla e continuavo a ribadirlo ma nessuno sembrava realmente intenzionato ad ascoltarmi».

Solo nel tardo pomeriggio la donna incontra l’otorino per il consulto ma prima, proprio per la presenza di casi covid, è stata sottoposta a ben due tamponi. «Il giorno dopo arriva un altro medico, il terzo, e cambia totalmente versione, mettendomi in dimissioni.

Ho provato a spiegare la posizione del collega che riteneva opportuno il ricovero ma non c’è stato nulla da fare: nonostante il mio malessere, le vertigini continue, sono stata dimessa ma neanche a quel punto è terminato l’incubo: sono stata costretta a ricorrere a centri privati, con costi sicuramente eccessivi ma ho dovuto attendere perché hanno impiegato non pochi giorni per rilasciare la cartella clinica. Assurdo».

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