Sabato 20 settembre dalle ore 17:30 alle ore 20:30 in via Velia (angolo ex Banco di Napoli) a Salerno, saranno raccolte le firme necessarie per sostenere referendaria, promossa dal Comitato Referendum STOP AUSTERITA’, contro l’austerità ed il meccanismo del Fiscal Compact. La campagna si propone modificare alcune parti della Legge 243 del 2012 sul pareggio di bilancio. “Le drastiche politiche imposte nel nome dell’austerità – sostengono gli organizzatori – stanno condannando l’Italia, impedendo al nostro Paese, come anche ad altri in Europa, di adottare strategie monetarie, fiscali, industriali flessibili, adeguate a stimolare la ripresa economica e produttiva. I banchieri e i burocrati di Bruxelles, con la complicità criminale della politica, stanno distruggendo la secolare concezione dello Stato sociale europeo, con la conseguenza che, dallo scoppio della crisi, la disoccupazione è più che raddoppiata, il valore della ricchezza nazionale si è ampiamente ridotto, i conti pubblici sono peggiorati, quasi 3 milioni di imprese sono state costrette a chiudere. Per queste ragioni, bisogna dire stop all’austerità ed invocare una svolta per lo sviluppo ed il lavoro.”
Sabato 20 settembre dalle ore 17:30 alle ore 20:30 in via Velia (angolo ex Banco di Napoli) a Salerno, saranno raccolte le firme necessarie per sostenere referendaria, promossa dal Comitato Referendum STOP AUSTERITA’, contro l’austerità ed il meccanismo del Fiscal Compact. La campagna si propone modificare alcune parti della Legge 243 del 2012 sul pareggio di bilancio. “Le drastiche politiche imposte nel nome dell’austerità – sostengono gli organizzatori – stanno condannando l’Italia, impedendo al nostro Paese, come anche ad altri in Europa, di adottare strategie monetarie, fiscali, industriali flessibili, adeguate a stimolare la ripresa economica e produttiva. I banchieri e i burocrati di Bruxelles, con la complicità criminale della politica, stanno distruggendo la secolare concezione dello Stato sociale europeo, con la conseguenza che, dallo scoppio della crisi, la disoccupazione è più che raddoppiata, il valore della ricchezza nazionale si è ampiamente ridotto, i conti pubblici sono peggiorati, quasi 3 milioni di imprese sono state costrette a chiudere. Per queste ragioni, bisogna dire stop all’austerità ed invocare una svolta per lo sviluppo ed il lavoro.”
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