Nell’intervista Aversano rivela anche come si acquisisce la resistenza fisica e mentale necessaria per sostenere serate così lunghe e complesse: “non bevo e non fumo, perché per arrivare a determinati risultati bisogno avere un autocontrollo totale. Inoltre, faccio molto sport, in particolare atletica e nuoto; amavo molto giocare a tennis, ma ovviamente non posso più farlo per motivi professionali”. Amadeus nasce nel 1989, e per il settore della stampa specializzata è subito un successo editoriale senza precedenti. La formula di utilizzare il cd come allegato a un periodico dedicato alla musica fu molto apprezzata dai lettori e dai collezionisti. A venticinque anni di distanza la rivista, interamente rinnovata nella veste grafica, ha mantenuto inalterato il rigore scientifico proponendo ai propri lettori un repertorio trascurato dalla discografia ufficiale e dalle programmazioni delle società concertistiche, ma di estremo interesse musicale. Oggi Amadeus, presente nella maggior parte delle biblioteche pubbliche, è il più diffuso mensile di musica e gode dell’apprezzamento delle più alte personalità del mondo della musica e della cultura.
Il pianista salernitano Emilio Aversano intervistato da Amadeus, il mensile della grande musica
Un po’ atleta, un po’ filosofo: il pianista Emilio Aversano si racconta in un’intervista sulle pagine di Amadeus, il mensile della grande musica, in edicola da venerdì 3. Salernitano di nascita, residente a Tropea, docente al Conservatorio di Vibo Valentia, Aversano, che ama definirsi “originario della Magna Grecia”, è il maratoneta del pianoforte, grazie a imprese epiche che prevedono l’esecuzione di quattro o addirittura cinque Concerti per piano e orchestra in un’unica serata, senza mostrare stanchezza o affaticamento. A Amadeus Aversano spiega i motivi alla base del suo desiderio di rivivere in musica il concetto di maratona: “si tratta di una sfida contro me stesso, non nasce dalla volontà di dimostrare agli altri la mia bravura. Prima di me anche Arturo Benedetti Michelangeli ha eseguito tre o quattro Concerti di Mozart in una stessa serata, e in qualche modo ho recuperato la tradizione delle serate viennesi, che duravano parecchie ore”.
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