L’attività, svolta dai militari del Nucleo Operativo comandato dal Ten. Manna, ha fatto emergere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’arrestato poiché è stato dimostrato che sistematicamente, dopo aver accompagnato la donna all’interno della pineta di Campolongo, si posizionava nelle immediate vicinanze per sfruttare la malcapitata e quindi impossessarsi degli introiti.
La professionalità dei militari ha consentito di aprire un significativo scenario sui metodi utilizzati per sfruttare la “schiava del sesso” che ha dichiarato senza alcuna difficoltà di non aver percepito alcunché al termine delle prestazioni sessuali atteso che l’intero compenso veniva intascato dall’arrestato.
Nei confronti dell’uomo è stato contestato altresì il reato di lesioni personali poiché in più circostanze, al rifiuto della donna di prostituirsi, l’avrebbe selvaggiamente picchiata procurandole lesioni al volto e agli arti.
In sede di perquisizione domiciliare presso l’abitazione dell’arrestato sono stati ritrovati i passaporti della donna e dei due figli minori, sottratti per evitare che la stessa potesse allontanarsi dalla zona.
L’aguzzino avrebbe sfruttato la donna per circa 9 mesi ottenendo compensi che oscillavano tra i 150 ed i 200 euro al giorno.
L’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Salerno.
In ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali. La risposta è quella che la schiavitù del sesso a pagamento non è molto diffusa.