Ad inizio campionato il tecnico che ha ereditato un gruppo sostanzialmente costruito per il 4-2-3-1, modulo adottato da Somma, ricco di esterni e mezze punte ed avaro di centrocampisti. Menichini nelle prime partite, in attesa di avere a pieno regime i giocatori arrivati nell’ultima fase del mercato estivo, ha sostanzialmente schierato la squadra col 4-3-3 per poi adottare il 4-2-3-1 per sfruttare al massimo il potenziale offensivo della Salernitana. I granata, però, già dopo la sfida di Lamezia hanno iniziato a fare i conti con varie assenze (Franco in difesa, Gabionetta e Mendicino in avanti). Senza alterare atteggiamento tattico, Menichini ha continuato a schierare la squadra praticamente con quattro punte, trovando varie alternative come quella impiegata nella trasferta di Foggia quando Volpe è stato avanzato sulla trequarti con Negro e Nalini, alle spalle di Calil sfruttato da prima punta.
Dopo la bocciatura di Castiglia, l’arrivo di un altro centrocampista, Bovo, ha consentito al tecnico di infoltire la linea mediana, mentre Calil è stato impiegato alle spalle di Negro e Nalini. Si è passati così al 4-3-1-2 che dà i suoi frutti contro il Savoia e a Benevento (dove viene conquistato un punto d’oro), ma non col Lecce, gara condizionata dall’infortunio in corso d’opera di Nalini e l’assenza di Pestrin. La svolta arriva la settimana dopo quando Menichini, privo dell’ex della Virtus Vecomp e di Gabionetta, punta sul 3-5-2, sfruttando l’abbondanza negli altri reparti e schierando Franco e Colombo sulle fasce. A Matera l’intenzione del tecnico è quella di giocare con Mendicino in avanti con Calil, ma l’immediato incidente occorso all’attaccante laziale in avvio, consente di gettare nella mischia Negro.
Da allora la Salernitana non ha più variato atteggiamento tattico fino alla partita con la Juve Stabia, anche perché, quando l’ex della Nocerina si è infortunato nello scontro in allenamento con Trevisan, è stato chiamato in causa Nalini, bloccatosi a sua volta. Così dopo sei successi di fila, con Mendicino in fase di recupero e Gabionetta non ancora al top, Menichini si è ritrovato ad andare avanti con lo stesso modulo, ma costretto a cambiare interpreti fino alla partita col Messina. Il resto è storia recente. A Caserta senza Trevisan, Pestrin e Colombo, Menichini sfrutta i due brasiliani con il neoacquisto Perrulli e sceglie, per necessità, di tornare alla difesa a 4. Ora che il tecnico ha ritrovato Negro e Nalini e che ha anche un esterno in più, si torna a fare i conti con l’abbondanza dalla cintola in su, ma la squadra perde un elemento prezioso in mediana Pestrin ed il cambio di modulo è di nuovo dietro l’angolo.
Non mi incantate. Mi ripeto: Menichini non è all\’altezza di allenare una squadra forte come la Salernitana!
solo a salerno si criticano gli allenatori primi in classifica mahhh