I numeri sono interessanti. Cinque anni di monitoraggio (dal 2010 al 2014), 6.574 articoli presi in esame che ne fanno la terza regione italiana più citata dai giornali esteri, con il 67% di articoli positivie il 33% di negativi.
Ecco i dati della ricerca sulla stampa internazionale commissionata dall’Arlas e dall’Assessorato regionale al Lavoro all’Osservatorio permanente internazionale “Nathan Il Saggio” di Milano e presentati oggi a Napoli in occasione dell’iniziativa “Job! Jamm’a’ faticà”ideata dall’assessore Severino Nappi.
Un quadro che restituisce speranza ad una regione storicamente afflitta da problematiche antiche e stratificate, che ne hanno a lungo minato la credibilità e l’immagine in Italia e nel mondo.
Il monitoraggio ha preso in esame 100 testate di Austria, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Australia, Cina, India, Russia e Medio Oriente.
Negli ultimi 5 anni, la Campania è terza in Italia per numero di citazioni estere (6.574), dopo il Lazio (prima con 8.116 articoli) e la Toscana (7.350). Seguono Lombardia (5.471), Veneto (5.036), Emilia (4.336), Sicilia (3.235), Piemonte (2.686), Sardegna (2.114) e Puglia (1.708).
I Paesi che parlano maggiormente della Campania sono la GranBretagna (20% degli articoli monitorati), la Germania (18%),Francia e Stati Uniti (13%) seguiti da Spagna (10%), Russia (5%) eCina (4%).
Particolarmente elogiata dai corrispondenti anglo-americani per i prodotti tipici e per le sistemazioni alberghiere, la regione Campania ottiene così notevole visibilità anche sulle principali testate europee, più attente alle iniziative culturali ma sempre vigili alle problematiche della città partenopea e dell’intera Regione. Crescente interesse anche da nazioni quali Cina, India, Australia e Medioriente, principalmente attratte dalla storia millenaria e dagli aspetti turistici del territorio.
Nonostante le continue emergenze rifiuti, i ripetuti crolli di Pompei e la criminalità, l’immagine internazionale della Campania non risulta nell’insieme compromessa dai diversi problemi che notoriamente affliggono la regione.
Secondo i dati generali, infatti, ben il 67% delle citazioni totali sulla stampa estera (per l’intero periodo monitorato) riguarda commenti positivi (contro il 33% di citazioni negative).
La stampa estera apprezza le innumerevoli attrazioni turistiche, i paesaggi naturalistici mozzafiato, le spettacolari aree archeologiche, l’artigianato locale, i numerosi eventi, mostre, iniziative che ne mostrano il fermento artistico/culturale.
Dal francese Le Monde allo spagnolo ABC, dal tedesco Der Spiegel al britannico Indipendent passando per New York Times, Sunday Times, Los Angeles Times, Die Welt, El Mundo, Times è tutto un rincorrersi di elogi per la costiera amalfitana, le isole di Capri ed Ischia, il Vesuvio, le tantissime star internazionali di casa in questo pezzo di Campania felix amata nel mondo.
Ma non c’è solo luce nei giudizi internazionali, bensì puntuali e reiterate critiche che colpiscono la Campania nelle storiche ferite aperte del territorio, criminalità, emergenze ambientali e degrado del patrimonio artistico in primis.
Le Nouvel Observateur scrive: “Destinazione turistica molto richiesta per patrimonio culturale, vicinanza a Pompei e alla costiera amalfitana, Napoli è egualmente famosa per la sua mafia, le mancanze della propria amministrazione particolarmente evidenti negli anni della vicenda rifiuti”.
Il britannico Indipendent non esita a definire l’hinterland di Napoli “la pattumiera d’Italia” mentre il Guardian parla di “tragedia Pompei” in merito a crolli e trascuratezza del sito Unesco.
La ricerca apre poi un focus sul mondo del lavoro.
Anche qui i dati restituiscono qualche lieve incoraggiamento, evidenziando il 58% di citazioni positive e il 42% di negative.
La crisi economica e l’alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, con la conseguente fuga di cervelli, nonché i diversi scandali legati alla contraffazione dei prodotti tipici attirano inevitabilmente giudizi negativi da parte dei corrispondenti esteri.
Il tedesco Handelsblatt, in un reportage a firma di Sven Prange, titola “Da meraviglia a malato cronico – spiegando che – a parte la spazzatura, la “dolce vita” e la cucina (quella sì, sicuramente, rimane ottima) la regione Campania adesso ha ben poco da offrire. Tanto che giovani laureati o che comunque cercano un lavoro sono costretti a scappare. Inoltre anche una città come Napoli, dalla ricchezza ormai decadente, offre camere in affitto anche a 600 euro al mese: anche i prezzi sono insostenibili”.
Il francesce Les Echos è drastico: “Si salvi chi può. Chi ha tra i 20 e i 25 anni, ha finito l’università e vive in posti come Napoli non potrebbe permettersi di restare nella sua città: le chance di trovare lavori adeguati al suo percorso culturale sono pari a zero”.
Da contro, emergono le storie di imprenditori e artigiani che lottano contro l’illegalità, la mafia, la camorra, la crisi. Der Spiegel, Financial Times, Le Figaro, BBC News raccontano di piccole e grandi storie di resistenza all’illegalità.
Il settore occupazionale più citato è l’alberghiero (18%) seguito daagroalimentare (15%), made in Italy (14%), ristorazione (12%),artigianato (11%), benessere (10%), trasporti (8%), industria (7%).
Lo spagnolo ABC: “Per scoprire la pasta non c’è nulla di meglio che andare a Gragnano”. Il tedesco Handelsblatt: “Il Taurasi Riserva 2005 Radici non è semplicemente un vino, è un monumento”. Il britannico Telegraph: “La rinascita dei vini dell’Italia del Sud è uno degli sviluppi più emozionanti nell’attuale scena vinicola”. Il Die Welt elogia Napoli e la sua antica tradizione sartoriale. Le Figaro le ville da sogno che si fittano in Costiera amalfitana, il China Daily la cucina napoletana alla conquista della Cina. Ed ancora la moda, le nuove aziende che aprono nel mondo, la creatività e lo stile con decine di imprese, imprenditori e storie citate negli articoli dei corrispondenti esteri.
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