Michele Buoninconti 44enne marito di Elena Ceste è accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Depositata in Procura la perizia autoptica eseguita sul corpo della donna. Nello stesso tempo era stato effettuato, su iniziativa degli avvocati, un sopralluogo dove è stato ritrovato il corpo della donna il 18 ottobre scorso in un canale nell’Astigiano non lontano dalla sua abitazione di Costigliole d’Asti. La donna, che aveva 37 anni, sparì da casa alla fine di gennaio 2014. Dopo nove mesi di ricerche, anche all’estero, i suoi resti, sommersi dal fango nel rio Mersa, vennero trovati a circa un chilometro dalla villetta in cui viveva con i 4 figli e con il marito 44enne, vigile del Fuoco in servizio ad Alba ma originario di Angri.
Michele Boninconti ha messo in piedi un “castello di menzogne” e ha posto in essere “vani tentativi di depistaggio” per allontanare da se il sospetto di aver ucciso la moglie Elena Ceste. Lo scrive il Gip di Torino sottolineando che “la condotta dell’indagato dimostra che la scomparsa ed il successivo ritrovamento del cadavere…non sono stati il frutto di accadimenti accidentali né di scelte estreme volontariamente intraprese” dalla donna, “ma sono ascrivibili ad un evento del tutto estraneo alla sua sfera di dominio”. Il movente dell’omicidio di Elena Ceste da parte del marito “va ricercato nell’odio maturato nel tempo”. Lo scrive il gip Giacomo Marson, del tribunale di Asti, nell’ordinanza di custodia cautelare per Michele Buoninconti. L’uomo, secondo il giudice, riteneva che Elena “fosse una moglie e una madre inadeguata”, nonché “una donna infedele e inaffidabile dedita a coltivare rapporti virtuali con il computer e, quindi, ‘da raddrizzare'”.
buttate le chiavi in carcere a vita.
Pensate a quei bambini senza la mamma.