La Salernitana di Gregucci a L’Aquila non convince del tutto e si concede troppe pause nel corso del match. E’ positivo il fatto che per la seconda settimana di fila il trainer granata schieri i suoi ragazzi con lo stesso modulo, così da non confondergli le idee, e che in campo i ruoli siano ben definiti, per evitare inutili sballottolamenti da una parte all’altra.
Ad esempio, il fatto che Foggia abbia giocato anche al Fattori da esterno alto a destra tra le mezze punte a sostegno del centravanti gli ha dato la possibilità di riprendere confidenza col ruolo, ma chiaramente da lui ci si aspetta molto di più.
Allo stesso tempo, da Gregucci è lecito aspettarsi una lettura più rapida delle situazioni: visto che in panchina ogni settimana andranno ad accomodarsi giocatori in grado di dire la loro, se qualcuno stecca (come è successo a Mancini sabato scorso) è giusto chiamare in causa qualcuno che pure partendo dalla panchina può far cambiare passo alla squadra, come sono riusciti a fare solo a sprazzi Ampuero e Fofana (non solo negli ultimi 5 minuti della gara, come è toccato in sorte a Mounard).
Un nodo da risolvere riguarda la punta centrale: Mendicino si sta impegnando, ma è un “adattato” e soffre quando deve fare il lavoro sporco spalle alla porta. Per questo motivo è estremamente importante recuperare il vero Ginestra (sta lavorando per essere pronto in tempo utile per Viareggio e per dare una mano nei play off), che in un modulo del genere può diventare devastante (se è in condizione di fare il suo gioco, approfittando anche dei palloni che finalmente stanno arrivando dal fondo).
Allo stesso tempo, bisogna riconoscere che in fase di non possesso non tutto è filato liscio, a causa dell’atteggiamento pigro di alcuni elementi, che hanno messo in difficoltà i centrocampisti e gli esterni di difesa.
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