Imprenditore, presidente della Lazio,comproprietario della Salernitana insieme al cognato Mezzaroma, vice presidente della FIGC, grande elettore di Tavecchio. Claudio Lotito, che piaccia o no, è un uomo forte del calcio italiano. Nelle ultime settimane, tuttavia, la sua figura è stata piuttosto chiacchierata per la vicenda dell’ormai famosa telefonata registrata dal direttore generale dell’Ischia Iodice. Per questo motivo si è chiuso in un silenzio stampa rotto solo oggi per SoloSavoia.it ed unicamente per parlare di calcio giocato. Riusciamo a contattarlo in una parentesi dei suoi molteplici impegni. Con estremo garbo ci fa comprendere che glisserà su qualsiasi argomento inerente la Lega Pro – e sì che ne avevamo – che evidentemente è tema che ancora lo amareggia.
Dottor Lotito, non pensa che la terza serie italiana possa essere un volàno del calcio giovanile considerata la grave crisi tecnica che attraversa il nostro calcio?
“Certamente. Ci sono tutte le condizioni perchè i settori giovanili possano sfruttare le opportunità che offre la Lega Pro per la valorizzazione dei propri giocatori”.
Il suo allenatore Menichini è stato più volte in discussione per risultati non in linea con le attese. Se la Salernitana, già a meno quattro dal Benevento, dovesse incorrere in un nuovo passo falso domenica, cosa accadrà?
“Sono abituato a misurarmi con i fatti, non considero alcuna ipotesi. Aspettiamo domenica. Penso comunque che una partita sbagliata non possa incidere sulla valutazione complessiva che si ha di un tecnico”.
Nel corso dell’ultimo calciomercato invernale, il direttore sportivo Fabiani aveva chiuso la trattativa per il passaggio del capitano del Savoia Scarpa in granata. Il suo secco no, ha mandato a monte l’affare.
“Non sono a conoscenza di questa cosa. E’ una notizia totalmente destituita di fondamento. Non ne so assolutamente nulla”.
Savoia e Salernitana si incrociano per la quarantaduesima volta. Tra le tifoserie, non gemellate, vige il massimo rispetto e non si incita contro ma solo per la propria squadra, all’inglese per intenderci. Un modello adottabile anche in Italia?
“Quanto mi dice è la prova che esistono i presupposti perché si possa considerare la squadra avversaria con come nemica ma semplicemente come antagonista ed a fine gara abbracciarsi a prescindere dal risultato”.
Domenica la vedremo al Giraud?
“Non so ancora se sarò presente in zona. Non lo escludo ma è tutto legato ai miei prossimi impegni”.
Fonte SoloSavoia.it
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