Chiede collaborazione anche alle attività commerciali affinché non conferiscano alcun rifiuto il sabato sera in quanto la raccolta non verrà operata la domenica. Questo il nuovo calendario che prenderà il via il prossimo martedì 17 marzo: lunedì (organico); martedì (multimateriale-plastica-lattine-carta- cartone); mercoledì (organico-vetro); giovedì (multimateriale- plastica-lattine-carta- cartone); venerdì (organico); sabato (secco indifferenziato). I rifiuti vanno depositati dalle ore 22,00 alle ore 24,00. «Dopo diversi anni di raccolta porta a porta nella città di Agropoli – spiega il sindaco di Agropoli e presidente dell’Unione dei comuni Alto Cilento Franco Alfieri – ci siamo accorti che è possibile dare più efficienza al servizio, soprattutto renderlo più economico con un nuovo modello organizzativo che prevede la riduzione a un giorno dell’indifferenziato e con un giorno in più per il multimateriale.
Ci auguriamo che un nuovo vigore in termini di rispetto dell’ambiente, di consapevolezza che per la difesa dell’ambiente a contare è il singolo, che detta il successo dell’organizzazione, aggiunta a una nuova voglia di fare di più e meglio, possa portare un risparmio per il comune in prima battuta, ma conseguentemente anche per i cittadini. Perché – conclude – l’Ente ha l’obbligo di coprire il 100% dei costi e quindi un’eventuale economia sarà solo a vantaggio dei cittadini». «L’obiettivo – afferma l’assessore al porto e demanio Massimo La Porta – è aumentare la percentuale di raccolta differenziata passando dall’attuale 50% al 65%. Abbiamo in previsione di iniziare presto una campagna di sensibilizzazione nelle scuole primarie per far comprendere già ai più piccoli l’importanza di fare una corretta raccolta differenziata. L’operazione – sottolinea – rientra nel progetto di bandiera blu per quanto riguarda l’educazione ambientale. Lo scopo – conclude – è quello di ridurre i costi incrementando la differenziata, in quanto il prossimo bilancio non si basa più su un dato storico ma su un incasso certo del tributo, quindi l’Ente può spendere quello che realmente incassa e quando incassiamo meno siamo costretti ad aumentare i costi».
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