Quando La Moglie E’ In Vacanza
regia Alessandro D’Alatri
con MASSIMO GHINI – ELENA SANTARELLI
E’ del 1955 la consacrazione internazionale ad opera di Billy Wilder di “Quando la moglie è in vacanza”, un testo di George Axelrod che aveva debuttato tre anni prima a Broadway. Considerata un classico della modernità, è una commedia sulle manie erotiche dell’uomo medio e al tempo stesso una feroce satira di costume contro il perbenismo di una certa middle-class che sembra non avere epoche. La prorompente fisicità di una ragazza, cui presta il volto l’affascinante e vitale Elena Santarelli, entra come un uragano nella banale quotidianità di un maschio irrisolto. Un Massimo Ghini con l’aria di uno che più che subire l’attrazione femminile sembra essere spaventato da quell’opportunità apparentemente irraggiungibile. E se la traduzione e l’adattamento teatrale sono stati affidati ad uno specialista come Edoardo Erba, Renato Zero ha creato appositamente le musiche per lo spettacolo che il regista Alessandro D’Alatri farà rivivere adeguandolo ai nostri riferimenti culturali e dividendone i tempi narrativi: il piano reale e la proiezione delle reciproche insicurezze dei personaggi.
In programmazione 26-29 Marzo
Teatro delle Arti – Via Guerino Grimaldi, 7 Tel. 089 221807
I Menecmi
Cavallo di battaglia del Tato Russo attore, Menecmi ha avuto decine di riprese ed ha collezionato negli anni più di 600 repliche. La riscrittura originale di Tato dell’originale plautino conserva tutto il suo plebeismo, tutti i suoi caratteri di teatro popolare ma ne amplia attraverso il rifacimento di Shakespeare, a tal punto l’efficacia e il divertimento così da farlo diventare un capolavoro autentico dell’arte comica. 18 volte confessò d’averlo visto uno spettatore insaziabile. E insaziabili sono ogni anno le richieste degli spettatori di ripresa di questo spettacolo in cui Tato Russo si consacra attore specialissimo e dalla straordinaria comunicativa.
In programmazione 28-29 Marzo
Teatro Ridotto – Via Guerino Grimaldi, 1 Tel. 089 23 39 98
Riposo
Teatro Ghirelli – Via Lungoirno Tel.800188958
Infondo Agli Occhi
di Cesar Brie
In fondo agli occhi è uno spettacolo di nuova drammaturgia che affronta le tematiche della crisi e della malattia da questa prodotta e derivata. L’indagine parte e si sviluppa da due differenti punti di vista: uno reale, in cui la cecità, malattia fisica, diventa filtro speciale attraverso cui analizzare il contemporaneo, e l’altro metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese rabbioso e smarrito che brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita. Chi è più cieco di chi vive, senza avere un sogno, una prospettiva davanti a sé, di chi essendone consapevole, non può far altro che cedere alla disperazione? Un paese cos’è in fondo se non le persone che al suo interno vivono e si muovono? Un paese non sono le case, non sono le chiese, né i bar o le istituzioni ma la gente che al loro interno abita e ne dà il valore. Un paese malato quindi è fatto da gente malata, come noi. Ma come raccontare tutto questo poeticamente, ironicamente, senza essere retorici o superficiali?
In programmazione 26-29 Marzo
Teatro Nuovo – Via Valerio Laspro, 8/C Tel.089 220886
Statue Unite
Regia di Eduardo Tartaglia
Napoli, Via Toledo. Anno 2013.
Quasi duecento anni sono passati, da quando il grande scrittore francese lasciava la nostra città con la morte nel cuore. Chissà, è lecito chiedersi, se oggi ancora Napoli apparirebbe ai suoi occhi e senza paragone alcuno la città più bella dell’universo”.
Qualche dubbio, in verità, lo nutriamo.
Soprattutto, temiamo, stenterebbe a riconoscere proprio la storica centralissima via, da lui così tanto amata.
E non vogliamo qui unirci al fin troppo facile coro di chi si lamenta del degrado, dell’incuria, del disordine da suk mediorientale a cui essa pare irrimediabilmente condannata.
Al contrario, ciò che a nostro avviso maggiormente contrasta con quella definizione del 1817, è proprio quell’aggettivo: “gaia”. Che così difficilmente, adesso, anche l’animo più ben disposto assocerebbe alla strada.
Popolosa ancora, certo; ma priva, ahinoi, di quel sentimento di letizia che pure doveva evidentemente caratterizzare il suo glorioso passato.
Piuttosto spiace, per meglio farci intendere, doverci appropriare di altre parole celebri. Spese, in verità, per descrivere tutt’altro luogo in tutt’altro tempo. Ma che, invece, per curiosa coincidenza, meglio forniscono un ritratto di ciò che a noi, oggi, appare la moderna Via Toledo.
“Si può dire decisamente che Essa non rappresenta più per nessuno un fine, ma costituisce solo un mezzo. Piano piano si riempie di persone che hanno le loro occupazioni, le loro cure, i loro grattacapi, ma che a Lei non pensano affatto.”
Lo scriveva, nel 1835, Nikolaj V. Gogol, così tratteggiando la famosa Prospettiva Nevskij nei suoi racconti di Pietroburgo.
Ecco: una raffigurazione migliore di quel che a noi sembra nel 2013 la via Toledo a Napoli, non la sappiamo davvero trovare.
Così, tra ambulanti venditori di ogni sorta di mercanzia contraffatta, giocolieri tristi, malinconici suonatori, improvvisati artisti di strada, quasi tutti provenienti da un altrove lontano e tutti vanamente alla ricerca di un’attenzione che stenta ad arrivare da parte di chi è preda solo dei propri affanni, facciamo finalmente il nostro incontro con Raffaele ed Adelaide.
Artisti?… Maghi?… Illusionisti?… Mimi?… Cialtroni?… Chissà …
Interpreti, forse: di un copione antico e modernissimo. Offrire, in assenza di altro, lo spettacolo di sé. Fare del proprio corpo un’esibizione. Dare della propria materialità una sorta di rappresentazione.
Una modalità dignitosa e per certi versi estrema: per tacitare la coscienza di chi non vuole arrendersi alla condizione ultima e definitiva di “mendicante”.
Li troviamo, così, in decoroso silenzio, nella curiosa posizione di statue viventi. “Statue unite”, per la precisione.
Avvolti da ampi camicioni di un vistoso colore arancio; ricoperti da turbanti dal sapore vagamente orientale; con le gambe conserte nella tipica postura siddhàsana; catturano l’attenzione dei passanti (o questo almeno nei loro auspici …) grazie ad un misterioso artificio, una magia, un prodigio nascosto. Che, quasi in spregio ad ogni legge fisica, consente ad Adelaide di galleggiare nel vuoto, proprio sopra la testa di Raffaele. Sorretta, questo è evidente ma, non di meno, ugualmente inspiegabile all’apparenza, dal solo esile bastone che Raffaele mantiene saldo con la destra.
Il trucco c’è, ma non si vede! Ed è questo che conta. Da sempre.
Tutto farebbe pensare ad una coppia di artisti provenienti dall’Est del mondo: il colore alquanto scuro dell’incarnato (in Raffaele piuttosto naturale, in Adelaide frutto di un sapiente maquillage …); la foggia dei costumi; il tappetino arabescato su cui siede Raffaele; il vaso in simil ceramica in cui vengono raccolte le offerte degli avventori; una nenia particolarmente ipnotica che proviene dal piccolo e malandato registratore (sapientemente “vintage”) …
Ed invece, al termine di un prolungatissimo silenzio, sin dalle prime battute scopriamo l’origine inequivocabilmente vesuviana dei due protagonisti.
Che rompono la quiete della notte, di una Via Toledo desolatamente spettrale e deserta.
Eduardo Tartaglia
In programmazione 28-29 Marzo
Teatro Arbostella – Viale Verdi Parco Arbostella Tel.0893867440
Corne E Doppie Corne
Debutta sabato prossimo al Teatro Arbostella di Salerno il nuovo spettacolo della Compagnia partenopea TeatroPerNoi, vecchia conoscenza della struttura di Viale Verdi, dove dal 2009 lo storico e affermato gruppo di Ernesto Mignano ha messo in scena sempre applauditi e comicissime rappresentazioni teatrali tra le quali le celeberrime “Dottò chi è papà” e “Meglio un bacio cà à ppavà”. E anche questa volta, Marisa Mignano, regista della compagnia, assicura che le risate di certo non mancheranno. Per i prossimi tre week-end infatti, il pubblico, sempre più numeroso e affezionato dell’Arbostella, potrà gustarsi in poltrona uno scoppiettante “Corne e doppie corne” ribattezzato dallo stesso autore Ernesto Mignano anche con il nome di corna e contro corna per indicare meglio le situazioni di intreccio e di ripicche che la faranno da padrona nell’ esilarante commedia.
Il testo di Mignano è liberamente tratto da Les dominos roses di Alfred Hannequin, autore di teatro francese, nato a Liegi nel 1842 morto nel 1887. Ingegnere delle ferrovie belghe e direttore di un’impresa di trasporto a Parigi, scrisse per la scena numerose commedie di successo alcune della quali, riscritte ed adattate in napoletano da Eduardo Scarpetta, tra le cui le più famose : Le procès Veraudieux (Tre pecore viziose), Bebè (Tatillo), Nounou (La nutriccia), Le Parisien (Nu turco Napulitano). “Corna e Controcorna” o doppie corne come si voglia dire, è da considerare un vaudeville moderno e come tutto il teatro di Hannequin si basa su una moltitudine di quiproquo in rapide successioni con accavallamenti di imbrogli e di intrighi che trasportano i personaggi in situazioni grottesche e comiche .
Il dilemma di sottofondo a tutta la trama dello spettacolo è: Ma gli uomini sono tutti uguali, bugiardi e traditori? Nelle prove, che le mogli metteranno in scena per smascherare i loro mariti, tutto l’intreccio della brillante commedia dove tra il farsesco e il realismo, il pubblico di certo non si annoierà. In scena, oltre ad Ernesto e Marisa Mignano, ci saranno attori giovani ma con tanta provata esperienza e bravura come Alfredo Di Perna, Martina Mignano, Concetta Romano, Marco Multari, Daniela Giglio, Vanda Amore, Rosaria D’Avalos, Davide Di Lauro e Umberto Musella.In programmazione dal 7-22 Marzo
In programmazione 28 Marzo – 19 Aprile
Piccolo Teatro del Giullare – Via Matteo Incagliati Tel.089220261
Il Chiodo Fisso
Il chiodo fisso scritto con arguzia e ironia dal drammaturgo Manlio Santanelli è la storia di una giovane madre e di suo figlio ancora in fasce. Il racconto vive e si sviluppa nella mente di questa donna angosciata dalla inevitabile crescita del bambino. Le domande che ella si pone appartengono a un universo razionale, finché non entra in gioco l’amore ossessivo per la “proprietà”. Come in una partita a flipper, la donna totalizza 100 punti per un figlio perfetto, 200 per un figlio bello, 300 per un figlio calciatore e pieno di successo; ma se così non fosse, ecco che la madre vestirà i panni di un’eroina pronta a tutto pur di vincere la sua sfida. Trasformista, risoluta, brillante, determinata, cadrà di fronte all’immagine di un’altra donna accanto al figlio. Rimane un’altra pallina da giocare. Riuscirà a totalizzare mille punti?
Antonio Grimaldi
In programmazione dal 28-29 Marzo
“La redazione non si ritiene responsabile per eventuali variazioni, modifiche, spostamenti o annullamenti degli spettacoli in programma e pubblicizzati in questa pagina”
A Cura Di Ciro Casella
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