Lo ha dichiarato Caetano Calil in una lunga intervista concessa a Il Mattino ad Eugenio Marotta. “Sembra ancora un sogno da cui non voglio svegliarmi – ha proseguito il brasiliano -. E’ stato tutto così bello. E’ come quando da bambino pensi sempre a questo tipo di festeggiamenti. Quella festa, quei colori. E’ come se fosse… si lo dico: credo che è lo stesso gusto di vincere un mondiale. Chi ha deciso di salire sul tetto del pullman? Non so chi ha deciso, posso solo dire che io sono stato il primo. Sapevamo che all’interno dell’autobus non sarebbe stata la stessa cosa: non potevamo festeggiare fino in fondo con i tifosi e allora abbiamo deciso di salire sul tetto a patto che si andasse a passo d’uomo. Il gesto più folle è stato vedere il team manager Salvatore Avallone salire sopra il bus insieme a noi. Ha dimostrato di essere ancora in gran forma”.
È stata dura, ma alla fine l’obiettivo è arrivato. Eppure il tecnico Menichini è stato a lungo criticato. “Io ripartirei da lui: ha fatto un gran campionato, ha vinto ed ha battuto tanti record. Naturalmente non decido io – dice schiettamente Caetano – Credo che abbiamo fatto una stagione intera con il 70% della rosa incompleta, tra infortuni e squalifiche. Quando hai le scelte obbligate il gioco e il modulo ne risentono. Ma quando la squadra è stata schierata nella maniera migliore ha fatto sempre bene”.
Calil prova a immaginare quello che potrebbe essere il prossimo campionato: “Se la Salernitana così com’è avesse giocato in B quest’anno conquistava tranquillamente i play off. Ci metto la firma. Ho fatto 6 stagioni di serie cadetta e una rosa del genere non l’ho mai avuta. Se il club vuole, può puntare subito alla massima serie. Ha una città che è appassionata, un grande stadio e una società solida. Credo che la Salernitana sia fatta per giocare in serie A.
Non costa niente sognare. Un’altra prima punta in B? Non so se serve. Abbiamo anche Cristea. Certo la B è lunga e ci vogliono sempre doppi cambi per ogni ruolo. Una punta è sempre importante anche se con caratteristiche diverse. Poi dipende anche dal tipo di calcio che vuoi fare e dall’allenatore che viene”.
E il futuro? “Sto aspettando che mi chiami la società. A me piacerebbe rinnovare. Anche perché credo che a nessun giocatore piacerebbe affrontare una nuova stagione sapendo che ha il contratto che scade di lì a breve. Se ho la possibilità di rinnovare è meglio. Se invece non arriva vediamo cosa succede: certo mi dispiacerebbe. Ma arriverà sicuramente, penso di essermelo meritato.
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