Il 29 gennaio la Commissione Disciplinare Nazionale aveva stabilito l’esclusione della Nocerina dal campionato di competenza per illecito sportivo, con assegnazione da parte del consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore, oltre a un’ammenda di 10mila euro. E oggi il procuratore federale, Palazzi, nel chiedere la conferma della pena ha ribadito che quella andata in scena all’Arechi di Salerno è stata ”una delle pagine più brutte del nostro calcio”.
L’accusa ha chiesto alla corte presieduta da Mastrandrea di mantenere le stesse sanzioni decise dai giudici di primo grado anche per i tesserati: 3 anni e 6 mesi per il presidente Luigi Benevento, il dg Pavarese e il medico Rosati, un anno ai calciatori Kostadinovic, Hottor, Remedi, Lepore, Danti e 3 anni e mezzo ai tecnici Fontana e Fusco.
”L’esclusione dal campionato equivale alla radiazione della società – dice l’avvocato Eduardo Chiacchio -. Ma nessun dirigente ha comprato o venduto la partita. Non si può arrivare a una pena capitale che estromette una città e una società dal calcio”. La corte è riunita in camera di consiglio e il dispositivo della sentenza potrebbe essere reso noto già in serata o al massimo domani mattina. Sperano in un’assoluzione i tesserati condannati in primo grado: l’ex presidente Luigi Benevento, il dg Luigi Pavarese e il medico Giovanni Rosati fermati per tre anni e mezzo così come il tecnico Gaetano Fontana e il suo vice Salvatore Fusco.
Auspicano che venga cancellata loro la squalifica di un anno anche i calciatori Juzvisen Petar Kostadinovic, Etse Edmunde Hottor, Lorenzo Remedi, Franco Lepore e Domenico Danti. ”E’ una situazione imbarazzante – spiega Fontana nel corso del dibattimento svoltosi a Roma – perché sto pagando per essermi comportato da padre. Sono stato accanto ai giocatori che mi hanno chiesto aiuto. Ho chiesto aiuto a chiunque e non l’ho ricevuto. La mia colpa è aver assecondato i ragazzi che non volevano giocare”.
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