La variazione tendenziale dei flussi deriva dall’effetto congiunto di un aumento del 17% delle assunzioni dirette di lavoratori dipendenti e di una riduzione del 6% dei contratti atipici: emergono pertanto i primi effetti dell’approvazione della nuova legislazione sul mercato del lavoro (Jobs Act), che sta portando ad una maggiore stabilizzazione dei rapporti di lavoro, grazie alla forte crescita della quota di contratti a tempo indeterminato (a tutele crescenti).
Anche in provincia di Salerno è previsto un incremento tendenziale dei contratti attivati nel 2° trimestre dell’anno, anche se di entità percentuale inferiore rispetto a quello nazionale. Nella provincia i nuovi contratti saranno 4.750, il 6% in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Questa variazione tendenziale positiva è il risultato di un aumento dell’11% delle assunzioni direttamente effettuate dalle imprese e di una diminuzione del 32% dei contratti atipici. In termini assoluti, in questo trimestre le assunzioni effettuate dalle imprese saranno pari a 4.360 unità (92% dei contratti totali), mentre i contratti atipici dovrebbero attestarsi a 390 unità (8%).
Riassumendo, nel 2° trimestre 2015:
- il 71% delle 4.360 assunzioni di lavoratori dipendenti previste nella provincia di Salerno sarà a tempo determinato;
- le assunzioni si concentreranno per il 77% nel settore dei servizi e per l’89% nelle imprese con meno di 50 dipendenti;
- nel 63% dei casi saranno rivolte a candidati in possesso di un’esperienza lavorativa nella professione o almeno nello stesso settore;
- per una quota pari al 24% interesseranno giovani con meno di 30 anni;
- in 6 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.
Coerentemente con quanto avviene in ambito nazionale, anche in provincia di Salerno è prevista una variazione positiva dell’occupazione tra aprile e giugno 2015. Il saldo occupazionale atteso nella provincia è infatti pari a +2.230 unità, in peggioramento rispetto alle +2.400 di un anno fa. Il saldo di +2.230 unità atteso per questo trimestre è la sintesi tra 4.750 “entrate” previste di lavoratori, dipendenti o autonomi, e 2.520 “uscite” (dovute a scadenza di contratti, pensionamento o altri motivi).
Questo in sintesi è quanto emerge dall’indagine trimestrale Excelsior, realizzata da Unioncamere, in collaborazione con il Ministero del Lavoro. L’indagine è condotta su un campione di circa 50.000 imprese, rappresentative dell’universo delle imprese private dell’industria e dei servizi con almeno un dipendente in media nel 2013.
L’analisi completa e le tavole statistiche sono disponibili sul sito web della Camera di Commercio di Salerno: www.sa.camcom.it
dite solo stronzate.Ma dove stà sto lavoro.
Continuano a mentire su tutto prendendosi gioco della gente ormai allo stremo,Salerno ha attualmente una zona industriale fantasma,in quei pochi cantieri aperti o sono fermi o in ogni caso di operai salernitani non ve ne è quasi traccia,abbiamo un litorale stupendo ma non sono capaci di organizzare queste risorse per creare lavoro e offrire servizi ai turisti,ci sono tante risorse di lavoro solo guardando appena fuori il portone di casa……..ma non è nei piani di queste persone…………..ditemi ma quanto avete bevuto prima di scrivere questa ennesima barzelletta che considerato il particolare momento è anche di pessimo gusto………PD….Partito di Condannati.
io vedo solo aziende che falliscono ed attività che chiudono.
Quando esisterà un azienda informatica a Salerno facit’m nu fischio!!!
Ah se a Salerno ci fosse il lavoro…
L’unico modo per avere 4.750 nuovi posti di lavoro a Salerno è aprire 4750 bar, che già dopo un mese si dimezzerebbero.
ma avete letto bene il primo rigo di questo articolo????
Tra aprile e giugno 2015, le imprese italiane dell’industria e dei servizi PREVEDONO di stipulare 282.000 nuovi contratti di lavoro….
A COSIIII….GIUGNO è FINITO E DI GENTE DISOCCUPATA CE’ NE MOLTA DI PIU’ DI QUANTO CE’ N’ERA PRIMA CHE INIZIASSE APRILE….
BUGIARDI PIDDIANI….
peccato che il mio commento non conviene essere pubblico…
iOS mi sei piaciuto,grande!
per non parlare di intere zone industriali sorte negli anni 70 e 80 specie in provincia con soldi pubblici e mai partita nessuna attivita’ produttiva tutto nelle tasche dei politici