Il provvedimento adottato dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno si basa su approfondite indagini svolte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, che hanno consentito di ricostruire il complesso intreccio di interessi economici e societari riconducibili ai componenti della famiglia Meluzio, i cui capostipiti, Antonio e Angelo, sono risultati storicamente legati alla famiglia camorristica dei Maiale, come giudiziariamente accertato.
In particolare, è stato rilevato che, nel corso degli anni, al fine di mettere al sicuro il patrimonio di famiglia, i cui esponenti erano stati colpiti da più provvedimenti giudiziari, tra cui una condanna per associazione di tipo mafioso e diverse misure di prevenzione personali e reali, gli indagati hanno fatto sistematicamente ricorso a fittizie intestazioni di beni a favore di prestanome consapevoli e compiacenti, legati da vincoli di parentela e/o da risalente collaborazione, assicurandosi anche la riacquisizione di attività loro sottratte ai sensi della normativa antimafia.
Con la stessa metodologia del ricorso alle fittizie intestazioni di beni, gli investimenti del gruppo, con particolare riguardo al settore dei rifiuti, si sono estesi anche in Bulgaria, dove attraverso la creazioni di società ad hoc Meluzio Morgan ha tentato di ottenere alcune commesse pubbliche. Dalle indagini è emersa la particolare propensione all’illecito e l’estrema spregiudicatezza criminale dimostrata dagli indagati, protagonisti di una molteplicità di illeciti nella gestione societaria.
Tutta l’attività d’indagine ha consentito di delineare l’esistenza di un’articolata associazione per delinquere, ben strutturata e con diversi livelli gerarchici. Oltre a Meluzio Morgan, con ruolo di preminenza e funzioni di capo o promotore, sono coinvolti nelle indagini Meluzio Antonio, Meluzio Dario, Toriello Francesco, Botta Raffaele, Lamonica Vito, Lucia Raffaele, Lorito Renato, Ricciardi Francesco, Meluzio Michela, Meluzio Giovanni, Bruscolotti Primo, Capasso Angela, Petruzzelli Rosita, Ziccardo Angelo, Ziccardo Ottavio, Manzi Salvatore, Busillo Daniela e Vignes Luciano.
Le contestazioni penali, che vanno dall’associazione per delinquere a carico di Meluzio Antonio, Meluzio Morgan, Meluzio Dario, Toriello Francesco, Botta Raffaele, Lorito Renato e Ricciardi Francesco, alla commissione di una pluralità di fittizie intestazioni per gli altri indagati, riguardano anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 900.000 euro ed una ipotesi di tentata truffa aggravata per conseguire il pagamento di un credito in danno dell’amministrazione giudiziaria.
Congiuntamente all’esecuzione del provvedimento cautelare personale, questa Procura della Repubblica ha disposto il sequestro d’urgenza di 11 complessi aziendali con sedi a Battipaglia, Eboli, Agropoli, Altavilla Silentina e nelle province di Roma, Campobasso e Potenza, nonché in Bulgaria, 25 quote societarie, 6 tra immobili e terreni, 5 veicoli di grossa e media cilindrata e 2 grosse imbarcazioni da diporto; patrimonio che risultava nella libera disponibilità degli indagati e del tutto sproporzionato rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati. Oltre ai citati beni è stato disposto il sequestro di numerosi rapporti bancari presso più di 40 istituti di credito.
L’operazione si inserisce nel quadro delle attività di tutela economico-finanziaria del territorio, che si attua in primis con la sottrazione dei patrimoni illecitamente accumulati, nella prospettiva della restituzione alla collettività per finalità sociali e di pubblico interesse.
F.TO IL PROCURATORE AGGIUNTO DELLA REPUBBLICA (Dott. Erminio Rinaldi)
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