L’attore romano è anche un apprezzato musicista e attivo compositore per cinema e tv. Ha collaborato, tra gli altri, con Giuseppe Tornatore, Leone Pompucci, Davide Luchetti. “Sono innamorato pazzo – ha spiegato – sia della musica che del piccolo e grande schermo. Credo, anzi, che la musica faccia molto bene alla recitazione in quanto accresce la propria competenza. Si dovrebbe anche studiare di più a scuola”. Riallacciandosi al tema di questa 45esima edizione del Gff, Carpe Diem, ha detto: “Ho capito di voler cogliere l’attimo quando, intorno ai 18/19 anni, ho deciso di abbandonare gli studi, avendo intrapreso una collaborazione con il grande Proietti. Per sei mesi, la mia famiglia è stata molto spaventata. Poi mi hanno sostenuto divenendo, tutt’oggi, i miei fan più accaniti. In ogni caso per me – ha aggiungeto – Carpe Diem è un invito a cogliere i momenti che cambiano la vita”. Fresi è rimasto entusiasta del Giffoni Film Festival. “Tutti mi avevano parlato del Gff perché dicevano che fosse il Festival più figo del mondo. Ed è vero. Qui ho trovato un’onda di ragazzi con sguardi che cercano risposte”.
Intanto Elogio della timidezza e dell’autoironia. E di Stromae. Tea Falco conquista Giffoni nel corso della giornata inaugurale. La 28enne attrice catanese, ‘madrina’ della 45esima edizione del Giffoni Experience, sorprende tutti per la sua personalità che era emersa anche dopo la sua interpretazione della fiction 1992. Gonna plissè di seta verde con disegni geometrici e top nero che lascia intravedere l’ombelico, fiori tra i capelli, Tea non dà mai risposte banali. “Voglio un figlio da Stromae, mi piacerebbe un figlio di colore” è una delle sue prime risposte che dà ai ragazzi che la sottopongono a domande di tutti i tipi. “Da bambina ero molto timida -racconta Tea- crescendo lo sono diventata ancora di più. L’unica differenza è che ora riesco a mascherare la mia timidezza. Da piccola immaginavo come potesse essere la mia vita futura e penso proprio di non essere cambiata nel carattere. La timidezza la considero una dote, è una forma di rispetto che non va più di moda: non esistono più persone che per rispetto non ti guardano negli occhi. Io invece penso che la timidezza sia una forma di saggezza”. Tea ricorda gli inizi da fotografa: “Ho iniziato a fare foto perchè non avevo niente da fare. Non ho intenzione di abbandonare la passione per la fotografia, mi ha aiutato a capire molte cose all’inizio della mia carriera e mi ha insegnato ad osservare gli altri. L’osservazione è una caratteristica fondamentale nella mia vita. Quando incontro una persona mi piace immaginare cosa ha fatto, che vita ha avuto, da dove viene. Il mio carpe diem è cogliere l’attimo di parlare con le persone. Come diceva Pirandello, siamo il frutto delle persone che abbiamo incontrato nella nostra vita“.
Ma ora il presente la vede come una delle nuove protagoniste del cinema italiano. La sua interpretazione di 1992 ha diviso la critica e spiazzato il pubblico e lei, per difendersi, ha piazzato un ironico video su facebook in cui ha risposto a chi ha stroncato la sua dizione “sbiascicata”: “Fatico a difendermi dalle accuse-dice- L’arma migliore è il sorriso e l’ironia. Bisogna pensare che spesso le persone che ti accusano non sono serie. Quindi, meglio rispondere con una battuta. Possibilmente pungente”. E anche con i giovani giurati, difende la serie tv rispondendo per le rime a un ragazzo che la definisce una soap opera: “Non ti lascio dire che è una soap opera senza dirti che non sono per niente d’accordo”.
Tra i suoi sogni impossibili c’è quello di conoscere Marlon Brando e anche Einstein. “Perchè mi piace la fisica quantistica“, spiega. E a una ragazza che la sfida sulla materia, tiene una veloce e dotta digressione sul tema che la porta a parlare della manipolazione della realtà. “Quanto a Brando -spiega- aver lavorato con Bertolucci mi ha portato a vedere i suoi film e ad amarlo: sento dentro la forza delle sue interpretazione e del suo sguardo, anche se a volte me la dimentico, ma di continuo ripeto a me stessa ‘posso essere Brando'”. Tea parla a lungo del suo maestro Bernardo Bertolucci che l’ha lanciata in “Io e te”: “Per me è tuttora un padre spirituale -dice- Ci sentiamo, è una persona fantastica e ironica”. La bellezza aiuta? “Da piccola era grassa, tipo Tiziano Ferro -dice- e ora non sempre mi sento bella. Ma non importa: quello che è importante è credere sempre, sempre nei vostri sogni. Non smettete mai di farlo”. La chiusura è ancora sulla musica: “A parte Stromae -dice- amo molte canzoni: quella della mia vita è “Le temps de l’amour” di Francoise Hardy”.
CINEMA: GIFFONI, SPERANZA, RIBELLIONE E MUSICA NEI FILM IN CONCORSO SABATO 18 LUGLIO
Star, blue carpet, giovani giurati, masterclass, concerti ma Giffoni Experience è soprattutto film sorprendenti, innovativi, originali che raccontano l’adolescenza nel 2015 vista da tutte le parti del mondo. Nei film in concorso presentati nelle sei sezioni competitive (+3 anni, +6, +10, +13. +16 e +18), l’evento per i ragazzi più importante del mondo è pronto a lasciare il segno ancora una volta negli occhi e nella fantasia dei giovani giurati che avranno la fortuna di assistere alle proiezioni.
Uno dei temi affrontati in diverse pellicole selezionate in concorso è la musica: come nel norvegese Beatles di Peter Flinth, tratto dall’omonimo romanzo di Lars Saabye Christensen, in cui quattro ragazzi sognano di diventare i Beatles nella Oslo degli anni ’60. Un sogno adolescenziale che condivide anche Tom, protagonista di The Beat Beneath My Feet dell’inglese John Williams: adolescente solitario, Tom sogna di diventare una rockstar ma si sente frustrato dalla sua cattolicissima madre single e, quando un forestiero misterioso trasloca nel piano sottostante e comincia a suonare rock a tutte le ore, il ragazzo lo riconosce come un chitarrista di una band caduto in disgrazia, scomparso da anni e presunto morto. Ad accrescere l’interesse per la pellicola, anche l’attore che interpreta Tom, quel Luke Perry noto per essere stato uno dei protagonisti del telefilm Beverly Hills 90210. Un altro volto notl, Rory Culkin, fratello minore di Macaulay Culkin (ex ragazzo prodigio di Mamma ho perso l’aereo) è protagonista di Gabriel, film che cattura con spietata sensibilità le vicende di un ragazzo disturbato che crede di ritrovare la serenità ricongiungendosi al suo primo amore. La musica è protagonista anche di Max e Lenny del francese Frederic Nicolas in cui il rap è descritto come un’occasione di riscatto dal degrado. Tra gli autori del film c’è anche Francois Begeaudeau, autore ed interprete di La Classe, vincitore della Palma d’Oro a Cannes. Gioia anche per i fans di Bruce Springsteen con Darkness on the edge of town, film dell’irlandese Patrick Ryan che prende il titolo proprio da un grande successo del Boss: un film che attraversa diversi generi cinematografici, dal dramma al thriller, fino al western moderno, e che racconta la storia di un adolescente dal passato difficile che sceglie di vendicare la morte della sorella.
DISABILITA’, SUORE CORAGGIOSE E BULLISMO AL CENTRO DELLE TRAME
Di disabilità, presentata in modo assolutamente normale, parla invece l’indiano Margarita, with a straw, in cui il regista Shonali Bose racconta la storia di Lalia, nata con una paralisi cerebrale che le impedisce di esprimersi chiaramente e camminare costringendola su una sedia a rotelle ma fiera e orgogliosa della sua personalità.
Di bullismo si parla nel coreano Thread of Lies di Lee Han con una mamma devastata dal senso di colpa quando la figlia più giovane si suicida senza nemmeno lasciare un biglietto: scoprirà che la ragazza, studentessa di scuola media, è stata vittima di atti di bullismo di cui la mamma era inconsapevole. Gli scacchi come riscatto da una vita complicata sono al centro di The Dark Horse diretto dal neozelandese James Napier Robertson e interpretato dalla star maori Cliff Curtis (già protagonista di Rapa Nui e Training Day), storia vera di un ex campione di partite lampo, affetto da disturbo bipolare, che diventa allenatore di scacchi a squadre per il recupero di ragazzi difficili.
Grande attesa anche per il nuovo film di Lea Pool, una delle più importanti registe canadesi: il suo The Passion of Augustine racconta la storia di Madre Agostina, una suora che, dietro un’apparenza rigida di direttrice di un convento adibito a college femminile, è capace di trasformare un piccolo monastero in un gioiello musicale ma è costretta a fronteggiare gli assalti della modernità. Una suora coraggiosa è anche la protagonista di Marie’s Story diretta dal francese Jean Pierre Améris, già regista del film Emotivi Anonimi: la pellicola, basata su eventi realmente accaduti, segue le vicende di un umile artigiano e di sua moglie, che, nel disperato tentativo di trovare una forma di comunicazione con la figlia nata sorda e cieca, decidono di affidarla ad un istituto dove Sorella Marguerite prende la piccola sotto la sua ala protettrice cercando in ogni modo di tirarla fuori dall’oscurità in cui vive.
La ribellione adolescenziale è il tema di Sanctuary, del tedesco Marc Brummond, ambientato nel 1968, in cui un 14enne viene mandato in una casa famiglia per giovani problematici a causa del suo spirito ribelle e contestatario. Attesissimo è Other girls del finlandese Esa Illi, ispirato alla storia vera di una serie di video sovversivi, controversi e scandalosi realizzati nel 2011 da 4 giovani di Helsinki. Adolescenti inquieti anche nel francese Standing Tall di Emanuelle Bercot con un ragazzo che entra ed esce ininterrottamente dalle aule del tribunale dei minori fin quando incontrerà una ragazza che gli dà una nuova speranza di vita.
Il tema dell’integrazione è affrontato nel francese Your Tiger di Cyprien Vial in cui un ragazzo indiano di 17 anni, preso in custodia dallo Stato francese, riesce a trovare un equilibrio tra la sua comunità Sikh e i suoi nuovi amici francesi.
Un amore commovente è quello raccontato dall’irlandese Mark Noonan in You’re ugly too in cui un uomo con trascorsi criminali ottiene un rilascio straordinario dal carcere per prendersi cura di sua nipote rimasta orfana della mamma. Maisie Willliams, l’attrice nota per il ruolo di Arya nel Trono di Spade, è invece la protagonista dell’inglese The Falling, diretto da Carol Morley, storia di una ragazza problematica determinata ad indagare le cause di una misteriosa epidemia che ha invaso la scuola femminile che frequenta.
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