Ucciso da masso in discoteca a Camerota: è polemica tra il parroco ed il sindaco

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Tragedia_Ciclope_4_ingressoLa tragica morte dello studente universitario, Crescenzo Della Ragione, ucciso lunedì scorso da un masso staccatosi dalla parete rocciosa che sovrasta la discoteca ‘Il Ciclope’ a Marina di Camerota sta provocando una serie di polemiche interne in seno alla comunità cilentana. Tra le persone iscritte nel registro degli indagati per omicidio colposo c’è anche il sindaco di Camerota ed altre tre persone. Proprio tra il primo cittadino Antonio Romano ed il parroco di Camerota Don Gianni Citro il botta e risposta: “Diffido gli indagati per omicidio a prendere parte a manifestazioni ufficiali, come le processioni” tuona il prelato che affonda sostenendo che il decesso del giovane 27enne sia stato “una morte annunciata”. La replica del Sindaco non si è fatta attendere: “Si strumentalizza il dolore per ricavare spazi di visibilità”.

“Non comprendo – la risposta del sindaco – quegli atteggiamenti che tendono, in questa tragedia, esclusivamente a ricavare per se’ spazi di visibilità, strumentalizzando il dolore di tutti per la perdita di una giovane vita, emettendo diffide e sentenze di condanna sommarie, piene di livore”.

Romano replica al parroco ricordando le parole di Papa Francesco: ‘Viviamo in tempi nei quali, tanto da alcuni settori della politica come da parte di alcuni mezzi di comunicazione, si incita alla violenza e alla vendetta, pubblica e privata, non solo contro quanti sono responsabili di aver commesso delitti, ma anche contro coloro sui quali ricade il sospetto, fondato o meno, di aver infranto la legge’. “Io, – conclude il sindaco – per cultura, formazione ed educazione, non sono aduso ad emettere sentenze sommarie o diffide e non sono disponibile neppure a riceverne, rispendendole al mittente e invitando tutti a maggiore sobrietà”.

Ma Don Gianni non sembra voler arretrare di un millimetro neanche davanti al monito del Santo Padre evocato dal sindaco: “Confermo parola per parola quanto detto. Diffido gli uomini delle istituzioni indagati per omicidio a prendere parte a funzioni religiose in forma ufficiale. La mia è una posizione personale, ma è anche la posizione espressa dai vescovi della Campania. La morte di Crescenzo è una morte annunciata. – conclude il parroco di Marina di Camerota – sono anni che denuncio, inascoltato, i rischi di quel maledetto costone roccioso all’interno di una discoteca. Solo l’anno scorso, all’ennesimo crollo di pietre, vennero da me alcuni adolescenti spaventati, per chiedere che si intervenisse. Dopo averli ascoltati, decisi di chiedere al sindaco Romano di intervenire. Le mie richieste furono del tutto ignorate”.

Fonte ANSA

8 Commenti

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  • COme se il masso lo avesse lanciato il sindaco… Questo prelato farebbe bene a pregare senza parlare

  • il sacerdote non può impedire nessuno di entrare in chiesa….. e poi fanno entrare pregiudicati e camorristi

  • Se non sussistevano le condizioni di sicurezza ai fini del rilascio dei permessi da parte del comune è come se il sindaco avesse lanciato il masso. In ogni caso spero che la verità venga fuori ed i colpevoli paghino.

  • è un’accusa precisa e circostanziata che il parroco lancia al sindaco, se è vero che quegli adolescenti si sono rivolti a don Gianni affinchè intervenisse presso il sindaco perché chiudesse il ciclope per il rischio crollo ed è stato inascoltato, si tratta di una morte annunciata.
    Le autorità locali come i proprietari sapevano che il locale fosse a rischio e poi, a quanto si legge sui giornali la discoteca doveva essere chiusa nel caso di pioggia e quella sera c’era addirittura l’allerta meteo, le responsabilità ci sono e sono gravi, ha fatto bene la procura ad indagare il sindaco, i tecnici e i proprietari, spero che si faccia ampia luce e si accertino i fatti, la morte di quel ragazzo non può rimanere impunita.

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