Simone Valiante poco prima delle 13 a Scafati dove era in corso di svolgimento una manifestazione del Pd contro il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti
. «Ehi tu, statt’ accort’ quann’ cammin’ miez’ ‘a via». E’ l’intimidazione rivolta al deputato dem nato a Pagani e residente a Cuccaro Vetere nel Cilento (figlio di Antonio, anche lui deputato e più volte consigliere e assessore della Regione). Lo scrive il quotidiano Metropolis oggi in edicola che racconta la giornata ad alta tensione vissuta ieri a Scafati
Intanto, il sindaco scrive un lungo messaggio agli scafatesi. La lettera in esclusiva su “Metropolis”.
“Cari concittadini, più di sette anni sono trascorsi da quando per la prima volta mi avete scelto come sindaco della nostra città. E’ stato un periodo bellissimo nel quale ho potuto realizzare il mio sogno di sempre: provare a costruire, progettare, migliorare, abbellire la nostra Scafati, la città che amo e nella quale ho sempre vissuto e spero che continuino a vivere i miei figli.
Sono stati anni anche faticosi, perché in questa avventura ho speso tutto, ogni istante di ogni giornata, ragionando sempre con il territorio, ricevendo centinaia di persone nella casa comunale, girando in lungo e in largo il paese, portando le nostre istanze di cittadini su tutti i tavoli provinciali, regionali e nazionali.
Ho sempre messo Scafati al centro e da questa città, e da voi tutti, mi è stato anche restituito tanto, in termini di consenso, di calore e di vicinanza.
Oggi però mi trovo a vivere un momento difficilissimo, per la mia vita personale e familiare, oltre che per la città tutta. Oggi la mia intera attività di questi anni viene riletta sotto una luce diversa e “sinistra”, mi vengono rivolte accuse pesantissime rispetto alle quali non riesco a restare indifferente, pur essendo certo della mia completa e totale estraneità a fatti criminali di qualunque genere.
Il rispetto e la piena fiducia che ho nella magistratura e l’attività di questi anni, che è stata sotto gli occhi di tutti, sempre svolta in stanze aperte e a voce alta e piena, non fermano i miei oppositori dal gettarmi addosso quotidianamente fango e veleno, tentando di utilizzare un’inchiesta appena aperta, in cui le pur gravissime ipotesi di reato vengono già utilizzate come una condanna senza appello, anche se nulla ancora si conosce dei fatti che sarebbero oggetto di accertamento.
Nessun uomo, per quanto appassionato di politica e di questa città come lo sono io, può subire tanta violenza restando indifferente. Io non sono né un camorrista né un malfattore e lo dimostrerò nelle sedi competenti, questo è certo, come ho già iniziato a fare mettendomi subito a disposizione degli inquirenti.
Devo però anche rimettere il mio mandato nelle mani di voi che me l’avete, per ben due volte affidato, lasciando giudicare ai miei concittadini la qualità del mio impegno di questi anni.
I miei oppositori vorrebbero semplicemente che mi dimettessi, restandomene a casa per sempre, risolvendogli il problema della mia ingombrante presenza, del mio impegno politico che fino a oggi non sono riusciti a scalfire nonostante le accuse, la violenza e le denunce, costante strategia messa in campo negli anni.
Il loro obiettivo di togliermi di mezzo viene ammantato di un nobile fine, quello di liberare la città dal malaffare, che io rappresenterei. Cari cittadini e cittadine scafatesi, io questa città la amo e la vivo ogni giorno, a differenza di molti dei miei oppositori, che di Scafati parlano soltanto, preferendo svolgere la loro vita quotidiana in città più blasonate e consone alle loro abitudini.
Io ho bisogno di poter credere che non è stato vano l’impegno che ho profuso negli anni e che sono riuscito a trasmettere ai miei concittadini il mio spirito di servizio. E’ per questo motivo che, ritengo giusto rimettere nelle vostre mani il giudizio, mantenendo la possibilità di chiedervi di decidere e scegliere: decidere se la mia storia politica, la storia della nostra città in questi sette anni è stata una storia di malaffare, di camorra, di vessazioni, come tentano di farvi credere a ogni angolo di marciapiedi, o se è stata, come io l’ho vissuta, la storia di una passione, del tentativo di un giovane di questa terra di dare a questa stessa terra risposte, speranze e progetti.
Io ci ho messo l’anima, ci ho dedicato la vita, e non intendo lasciare comodamente spazio a chi, non essendo riuscito in questi anni a presentarvi un progetto di governo della città valido e credibile, risultando sempre bocciato dagli elettori, oggi tenta di rafforzarsi nell’unico modo che conosce: distruggermi come persona umana prima che come politico, farmi andar via sepolto da accuse infamanti che, quando pure la vicenda giudiziaria si sarà risolta nell’unico modo possibile – perché io sono una persona perbene – mi resteranno sempre appiccicate addosso come marchio d’infamia.
Io non ci sto!”
*Sindaco di Scafati
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