Alla “class action” contro la società ferroviaria aderirono un centinaio di dipendenti. Solo in venticinque avviarono l’azione penale contro il legale. Secondo loro l’avvocato aveva omesso di informarli dell’opportunità di ricorrere in Appello, facendo trascorrere il termine utile. Più tardi lo denunciarono anche per infedele patrocinio e tentata truffa, per aver chiesto il pagamento di una parcella di poche migliaia di euro. L’ipotesi di calunnia è scattata quando gli imputati, nel presentare denuncia all’Autorità giudiziaria, asserivano che il loro ex avvocato «aveva atteso i termini di scadenza del ricorso in modo da chiudere definitivamente il discorso».
Il professionista presentò querela. La Procura salernitana aprì un’inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati i venticinque che avevano offeso l’onore del legale, incolpandolo – pur sapendolo innocente – di infedele patrocinio e tentata truffa. Ieri sono stati sentiti alcuni testi della difesa, interrogati dal pm Penna, dall’avvocato di parte civile Massimo Ancorola e dal collegio difensivo, composto, tra gli altri, dall’avvocato Silverio Sica. L’udienza è stataquindi rinviata al prossimo 23 marzo quando dovrebbe terminare l’istruttoria dibattimentale.
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