Continua il totale disinteresse di Poste per i bisogni dell’utenza di Mariconda verso la quale ha obbligo di prestare dei servizi fondamentali come la consegna delle raccomandate inesitate e il pagamento delle pensioni.
A seguito della chiusura dell’ufficio per lavori di ristrutturazione, imposti dall’asl e fortemente voluti dai Lavoratori stanchi di sopportare le pessime condizioni di igiene e sicurezza che pure andrebbero garantite, i servizi avrebbero dovuto essere dislocati in altre sedi.
In realtà questo è avvenuto nella peggiore delle maniere e nella completa assenza di un benché minimo tentativo di organizzazione da parte dei dirigenti aziendali che hanno lasciato i Lavoratori soli nell’impossibilità di gestire adeguatamente la situazione emergenziale, non fornendogli alcun tipo di supporto ma abbandonandoli a sé stessi, spesso, anche di fronte ad utenti giustamente inferociti dalla negligenza di Poste di cui gli operatori allo sportello sono l’interfaccia più immediata con cui prendersela e scaricare le giuste rimostranze.
La consegna delle inesitate dislocate presso la sede dell’ufficio centrale, lontanissimo da quello di Mariconda, ha visto in questi quasi due mesi dei picchi di settecento/ottocento prenotati per il ritiro, con code di tre/quattro ore, a limite di ogni resistenza umana e ben oltre i confini di un civile servizio.
I basilari servizi finanziari dislocati nel vicino ufficio di Mercatello non sono stati adeguatamente rafforzati da un maggior numero di personale e non sono stati supportati da banali operazioni tecniche che avrebbero permesso, tra le altre cose la più grave, di prelevare l’intera somma della pensione erogata dagli enti di prevenzione.
Di questo colpevole menefreghismo a pagare, come al solito, sono stati i Lavoratori e gli utenti.
Cobas Poste del Lavoro Privato.
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