“Rendere le nostre aree industriali dei piccoli incubatori, dei piccoli laboratori di sviluppo ed innovazione è sicuramente una carta da giocare. Immaginiamo cosa potrebbe costituire per l’agro nocerino-sarnese un polo di ricerca applicata per le tecnologie nel campo dell’agroalimentare. Siamo in contatto con tanti ricercatori che stanno conducendo esperimenti sul packaging sostenibile, sulle tecnologie per la conservazione degli alimenti, su tante idee che potrebbero davvero consentirci di far decollare una manifattura innovativa e sostenibile, una manifattura 2.0.
Coniugare manifattura e innovazione è il primo passo fondamentale. Il secondo è liberarci dell’antico retaggio che vede contrapposti produzione ed esigenze di tutela dell’ambiente e della salute. In altre realtà si sono inventati aree produttive ecologicamente attrezzate, poli produttivi in cui si è riusciti a fare economia di scala, a mettere a sistema ciclo dei rifiuti, ciclo delle acque, produzione di energie rinnovabili: questo porta sia maggiore sostenibilità che risparmi per le imprese.
Altro aspetto decisivo è quello che riguarda il fisco: stiamo ragionando su più strumenti, sia di fiscalità compensativa che di rimodulazione delle aliquote delle imposte locali. Utilizzando al meglio questi strumenti e facendo sistema tra tutti gli attori dello sviluppo, possiamo dare la possibilità ai nostri giovani e ai nostri imprenditori di combattere una sfida imprenditoriale ad armi pari con i colleghi di altre realtà italiane ed europee”.
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