In particolare, denuncia il comitato “Mettiamoci in gioco” : “il regolamento consente l’apertura delle sale da gioco solo in alcune fasce orarie (9/12 – 18/23) escludendovi l’orario pomeridiano, di affluenza maggiore dei minori per le strade anche a causa della frequentazione scolastica, e quello notturno, dove complice l’assenza della luce e il minor afflusso di gente per le strade, è più facile l’accesso alle sale da gioco da parte di chi soffre di GAP (Gioco d’azzardo patologico). L’obiettivo è quello di proteggere le fasce più deboli, e per questo il Comitato “Mettiamoci in Gioco” è favorevole alle disposizioni del Comune in ordine alla distanza minima di 500 metri tra le sale da gioco e alcuni luoghi cosidetti “sensibili” quali ospedali, chiese, scuole, dove è maggiormente concentrata la presenza di soggetti deboli.
Se pensiamo che l’azzardo si pratica per concessione statale e che lo Stato da esso ricava risorse economiche inferiore ai costi sociali ricadenti sul Servizio Sanitario Nazionale, si ravvisa una contraddizione implicita al principio di eguaglianza sostanziale di cui all’art. 3 della nostra Costituzione. Secondo un’indagine condotta dal MEF, in Italia ci sono più slot che posti letto negli ospedali, con una proporzione di 800 mila slot per 250 mila posti letto. Senza contare che secondo la relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta Antimafia, l’illegalità si insinua pesantemente nel gioco d’azzardo legae, come peraltro ha documentato l’Assoziazione Libera, raccogliendo una casistica di infiltrazioni malavitose, pervasiva in ogni Regione di Italia”.
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