Martina Maraffa, una delle persone che stanno protestando davanti alle Fonderie sulla sua pagina facebook scrive: “Io da oggi vivo qui. Se devo morire voglio morire avanti a questo #cancello!!!
E resterò qui piantata finché non avrò risposte dall’#amministrazione #comunale e #regionale.
Voglio fuori #tutta la #verità!!!! Voglio un atto di #responsabilità. Voglio che si sciolga il #segreto sugli #atti che #regione #arpac#asl #provincia e #comune continuano a sotterrare!!!!
Per ora gli unici ad essere #sotterrati sono i miei 5 familiari tutti morti di #sarcoma!!!! 10 casi di tumore a casa mia, 5 morti e 5 sopravvissuti……. Chiedo scusa solo ai miei pazienti e ai miei colleghi che oggi mi aspettavano. Non so quando tornerò a vivere. Sono 30 anni che mi ammazzano lentamente ogni giorno….
Io ho il dovere di combattere per tutti i miei #morti e per tutti quelli che continueranno a morire a causa di questi !!!! #nonmimuovopiúdiqui #arrestatemi!!!!!!!!!!
La riapertura era stata decisa dalla Regione Campania a seguito della relazione dell’Arpac. Questa mattina riaccesi forni e macchinari dopo oltre due settimane di stop. Su uno degli striscioni esposti c’era scritto: “Prima di ogni cosa la vita”.
“Saremo davanti ai cancelli delle fonderie Pisano per chiedere chiarezza sull’emergenza ambientale e sanitaria nella zona di Fratte, frazione di Salerno. Siamo ancora in attesa di una risposta da parte della Regione Campania a una nostra interrogazione”.
Così una nota del gruppo regionale del Movimento 5 Stelle che domani con i consiglieri Michele Cammarano e Vincenzo Viglione sarà presente davanti all’azienda. “Noi del Movimento 5 Stelle – sottolineano- vorremmo sapere cosa intende fare la Regione per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente circostante e promuovere accordi di programma per l’attuazione del Piano urbanistico comunale di Salerno in relazione alla prevista delocalizzazione dell’azienda”.
Sulla vicenda Fonderie il Governatore De Luca aveva detto : «Credo che dobbiamo imboccare la via giusta cioè che l’azienda si adegui alle prescrizioni di carattere sanitario e ambientale prendendo poi necessariamente la strada della delocalizzazione.
Noi abbiamo la piena disponibilità a dare una mano all’azienda perché ci siano anche contributi pubblici per la delocalizzazione, – precisa De Luca – dobbiamo trovare un’area importante di oltre 150.000 metri quadri ma è arrivato il momento di prendere di petto il problema per la tranquillità dei cittadini che vivono nei pressi delle fonderie e per chi difende il proprio posto di lavoro».
VIDEO DA FACEBOOK (PRESIDIO DAVANTI ALLE FONDERIE)
VIDEO DA FACEBOOK
Arrivano altre persone. #tuttiinsieme
Pubblicato da Luca Di Giuseppe su Giovedì 10 marzo 2016
Il coraggio di chi lotta per la VITA.L’avidità di chi vuole solo il proprio profitto.#BastaFonderie
Pubblicato da Basta Fonderie su Giovedì 10 marzo 2016
Bisogna contemperare le due esigenze: quelle dei cittadini che devono respirare aria meno inquinata e quella dei lavoratori delle fonderie e dell’indotto, che devono lavorare ed essere retribuiti perché ci sono famiglie alle loro spalle.
Non dimentichiamo però che, storicamente intorno al 1850, quella zona alta di Fratte era nata come industriale fondata dallo svizzero Federico Wenner per lo sviluppo dell’industria tessile.