Contro ogni muro, contro ogni forma di chiusura, sfidando ogni paura, legittima o meno, l’armonia della musica continua a unire culture e popoli. L’Ufficio Relazioni Internazionali del Conservatorio di Salerno, con la collaborazione della Bottega San Lazzaro, promuove, ormai da anni, numerose iniziative incentrate su una politica di apertura e scambio con giovani musicisti provenienti da tutto il mondo. Con i Concerti Erasmus non solo si fa produzione artistica di qualità, ma si incoraggia coscientemente la cultura dell’integrazione e del dialogo.
Nel corso delle due serate del 28 e del 30 aprile, che si svolgeranno con ingresso gratuito nell’abituale cornice della chiesa di Santa Apollonia, alle ore 20, si alterneranno sul palco diversi gruppi da camera, composti da tanti giovani studenti di diversa provenienza, giunti a Salerno grazie al programma Erasmus+ o attraverso un diverso percorso di mobilità. L’inserimento di questi giovani talenti nel tessuto vivo degli studenti del conservatorio è stato realizzato grazie al lavoro di numerosi docenti del Martucci ed in particolare grazie ai maestri Francesca Taviani e Anna Bellagamba, insegnanti di musica da camera che in questi mesi hanno lavorato alla realizzazione dei brani in programma stimolando un fecondo dialogo fra studenti italiani e stranieri.
La ritrovata Salerno medievale lancia l’invito, affinchè la musica e la cultura possano essere l’attività principale di una nuova e buona società di pace, attraverso i giovani musicisti di Erasmus. I programmi dei due concerti, saluteranno proposte di raro ascolto, quali “La flute de Pan” composta da Jules Mouquet nel 1906, una visione nella natura viva dominata dal dio Pan, in cui le mirifiche sonorità del flauto trovano espressione in cellule e moduli dalle cromatiche inflessioni, passando per un florilegio dagli Scottisch & Irish Lieder di Ludwig Van Beethoven, che su temi semplici denunciano la mano del grande musicista, e l’esecuzione della sonata per corno e pianoforte op.17, dello stesso autore, che lascia da parte le formule venatorie abituali, per approdare ad un clima saturo di intima effusività.
A completare la colonna sonora di questa manifestazione, lo Schumann del Quintetto op.44, lieder della tradizione romantica e ancora il Verdi di “In solitaria stanza”, l’umorismo di Satie, e finale con il Trio Pathétique di Mikhail Glinka, un dialogo ricco di insistiti e, quasi teatrali contrasti, tra pianoforte, clarinetto e violoncello.
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