La risposta piccata di Gatto a mister Menichini, la replica di Zito a Bonatti o la semplice domanda ironica di Ceccarelli su situazione di gioco provata in allenamento (“quando lo facciamo un gol così?”) sono segnali di insofferenza di una squadra che sente il peso della responsabilità di un rush finale infuocato. Per quanto gli episodi in questione rientrino nella casistica, considerata la situazione di classifica e l’inevitabile pressione sul capo dei granata, sarebbe auspicabile che la squadra facesse quadrato in queste ultime giornate. E’ necessario stringere i denti e trasformare questa tensione in grinta, tenacia e determinazione.
Sarebbe necessario, ad esempio, che un elemento prezioso come Gatto, tra l’altro ex al veleno, trasformasse la sua rabbia in carica agonistica. In queste ultime sei battaglie c’è bisogno di tutti e, considerati gli impegni ravvicinati, ci sarà anche spazio per tutti. La società ha chiamato a raccolta il pubblico granata, con la consapevolezza che un ambiente unito possa contribuire al raggiungimento dell’obiettivo, ma occorre che anche la squadra si presenti compatta agli ultimi appuntamenti. La Salernitana è artefice del proprio destino ma, considerati i limiti di questa squadra, solo gettando il cuore oltre l’ostacolo si può forse sperare di raggiungere il traguardo.
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