Il primo traguardo è stata la rigenerazione delle panchine nell’area del monumento ai caduti di piazza della Repubblica, ma il programma proseguirà nei prossimi giorni. «Quest’anno l’obiettivo è proprio interventi di rigenerazione urbana – ha detto la responsabile, Maria Teresa Imparato -. Una rigenerazione che riguarda anche la mente, le coscienze ed i comportamenti che conseguono. In questo modo centriamo anche l’obiettivo di fare comunità, indispensabile per un gruppo che comprende ragazzi provenienti anche da Russia, Georgia, Turchia, Iran, Giappone, Francia, Kurdistan, Iraq, Giappone, Gambia.
L’accoglienza degli ebolitani è straordinaria, questo ci aiuta. Dopo le panchine, ci occuperemo della scalinata di piazza Attrizzi, poi della messa in sicurezza dell’area di Legambiente lungo la costa di Eboli e del centro storico, anche affidando ad alcuni ragazzi del campo due orti urbani ebolitani». Una presenza, quella di Legambiente in città, che ha comportato subito risultati visibili, al di là delle panchine recuperate.
«Abbiamo rilevato come davanti a ragazzi di ogni parte del mondo, che lavorano per la città, si sia modificato l’atteggiamento dei residenti, si sia trasformata la percezione delle presenze straniere», ha commentato l’assessore all’ambiente, Ennio Ginetti. Lo stesso sindaco, Massimo Cariello, ha reso merito all’importanza dell’iniziativa: «I valori che esprimono questi campi sono significativi per il nostro territorio. Anche perché Eboli, con oltre 5000 stranieri residenti, è una città di grande accoglienza e queste iniziative stimolano anche le Amministrazioni.
Soprattutto, arricchiscono le comunità, grazie ad uno straordinario scambio culturale». Gli fa eco l’assessore alle politiche sociali, Lazzaro Lenza: «La collaborazione tra l’assessorato e Legambiente sta dando i suoi frutti. Penso, ad esempio, agli orti sociali, che fanno recuperare importanti fette di territorio, utilizzando l’esperienza degli anziani e mettendola al servizio della crescita dei giovani».
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