Si voltò per scrivere sul muro.
“Io credo”.
Tra la E e la D arrivò la prima coltellata. Avvertì solo una carezza calda. Ed una voce che diceva “Shhh. Sorridi sempre”.
Allora, chiuse gli occhi e disegnò un sorriso. Solo una curva lieve.
Come la luna, quando manca.
Arrivò la seconda.
In un punto diverso.
Toccò tra la carne e le ossa, un’immagine nascosta, la parola “abbraccio”.
Ed il ricordo di quando aveva detto “Si”.
Fu quello e non la lama a farla piegare.
Si fece piccola piccola e si sorprese a non piangere.
“Shhh. Respira”. La voce.
Ancora.
Ma respirare. No. Non aveva imparato. Non era facile.
Ci fu un tempo, in cui era stato possibile.
Alla terza pugnalata, dimenticò ogni cosa. Avrebbe voluto scrivere “perdono”.
Ma lessero solo “perdo”.
E fu condannata
Fatima Mutarelli
Mail: valelapennasi@gmail.com
Fb: Fatima Mutarelli (ragazza alla finestra)
Commenta