Il Nobel a Bob Dylan, seguito da uno strascico di polemiche, ha aperto un ampio dibattito, a tutti i livelli, sull’opportunità di assegnare, da parte dell’Accademia Svedese, il prestigiosissimo premio – alla Letteratura – a un cantate.
A sbottare per primi gli scrittori, a difendere la categoria, come se chi scrive canzoni – e le canta, provocando emozioni grazie al potente veicolo della musica – fosse un indegno. E invece si può dire che i poeti di oggi sono proprio loro, i cantautori, quelli che sono davvero capaci di lasciare il segno, quelli che cantano l’amore o “un equilibrio sopra la follia”. Ma a creare il caso, ora, è il mancato ritiro del premio da parte di Dylan.
«Se Bob Dylan non va a ritirarlo, ci vado io» aveva scritto, con inimitabile ironia, sulla sua pagina di Facebook il cantautore napoletano Vincenzo Sarnelli, in arte Tony Tammaro, generando una miriade di commenti e condivisione dei suoi fans (110mila) campani sparsi ovunque. Gli stessi che, residente nei principali capoluoghi italiani, gli hanno chiesto, dopo 25 anni di successi, di organizzare il suo primo tour nazionale. E se con la testa è già all’Alcatraz di Milano per la data quasi sold out del 22 novembre, (biglietti in vendita sui circuiti TicketOne, Go2 e Vivaticket) Tony Tammaro continua ad esibirsi nelle piazze – sempre strapiene – con i suoi brani di successo, capaci di unire più generazioni di fan, da quelli della prima ora, oggi ultra quarantenni (cresciuti ascoltando e ridendo sui suoi brani), ai giovanissimi neofiti, che condividono canzoni sulle loro bacheche social. I suoi ritornelli orecchiabili da tormentone, ormai diventati un cult, gli hanno permesso di vendere decine di migliaia di dischi (e milioni “pezzotti”, acquistati sulle bancarelle firmati Mixed By Erry).
Sabato scorso a Scala, in occasione della tradizionale Festa della Castagna, il cantautore non si è risparmiato, facendo salire sul palco tutti i bambini per cantare insieme “Super Santos”, un vero e proprio inno al pallone come amico fedele dell’infanzia.
E nel bel mezzo dello spettacolo in cui ha riproposto i suoi pezzi forti, da “Patrizia2 a “O Trerrote”, “Il 127 blu”, “Aerobic tamar dance”, “Scalea”, “A Smart”, “Il Mozzarellista”, la sorpresa: per Tony Tammaro un premio, il No-bel alla letteratura, un riconoscimento goliardico al suo estro ideato da alcuni dei suoi fans della Costiera.
«Per aver dato vita, in 25 anni di inimitabile carriera, a nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione musicale partenopea. Per aver scritto e cantato versi che, nella propria e personale poetica, si sono rivelati appropriati per un pubblico colto. L’originalità e la spiccata ironia dei suoi testi, ispirati soprattutto agli usi e costumi delle genti del basso casertano e del napoletano, hanno reso le sue opere immortali. Esattamente l’estro e la genialità che ogni poeta sogna di scoprire»: questa la motivazione.
«E’ incedibile l’affetto che il mio pubblico continua a dimostrarmi» ha detto il cantautore – tutt’altro che tamarro, a tratti anche tenerone – visibilmente sorpreso ma felice, che ha non poco gradito l’attestazione, annunciando di esporla in bella mostra in casa sua.
Fonte Il Vescovado
Grande Tony Tammaro, personaggio straordinario che ha incantato diverse generazioni con la sua ironia. Con la sua satira, spesso pungente, sul malcostume partenopeo, ha sempre preso in giro, e con stile, certi comportamenti trash, spargendo ovunque buonumore con le sue canzoni e il suo modo di essere solare, senza mai sfociare nel volgare. Le sue canzoni hanno sempre avuto una morale nascosta in una doppia chiave di lettura: fanno ridere, ma insegnano anche dei valori. Chi non ricorda gli aforismi satirici di ‘O trerròte: «le persone credono di essere perbene, ma po’ se fottono ‘e melùn», e Super Santos_ «perché al mondo, sai, non tutti sono buoni, e la gente se la prende coi palloni». Non mi piace la musica napoletana, ma Tony Tammaro resterà nella Storia della canzone insieme a pochissimi altri grandi!