«Adesso vado nello spogliatoio e abbraccio tutti i nostri calcettisti, uno per volta. Sono orgoglioso di loro e della loro determinazione. Ho rivisto il cuore Alma. Oggi abbiamo perso contro il nome, non in campo. Il risultato non è bugiardo, di più..». Alma-Lido di Ostia è finita da pochi istanti e al direttore generale granata, Antonio Peluso, brillano gli occhi. «Ci sono partite che vanno viste e ci auguriamo anche riviste da chi di dovere, perché certe partite non possono essere pesate solo guardando al risultato – prosegue il dirigente dell’Alma – e certi episodi possono essere giudicati male perché nessuno è infallibile e tutti possono sbagliare. Oggi si è sbagliato parecchio a sfavore dell’Alma: ci manca un calcio di rigore netto su Spisso alla fine del primo tempo e non c’è quello che consegna al Lido di Ostia il provvisorio 3-4, – prosegue il dirigente – c’è fallo anche su Spisso che viene spinto in maniera abbastanza evidente in occasione del gol del 3-5 che mette in discesa la partita per i laziali. Gol bello quanto volete ma a nostro giudizio viziato da fallo. Giù il cappello davanti a tanta bravura degli avversari ma oggi – consentitemelo – giù il cappello davanti a una bella Alma, che ci ha fatto divertire, palpitare e che avrebbe meritato il pareggio, il risultato più giusto». Se fosse arrivato, la società granata avrebbe portato a casa un meraviglioso filotto da tre punti. A poche ore dalla partita, infatti, era arrivata la pronuncia favorevole del giudice sportivo che aveva accolto il ricorso dell’Alma per la distinta irregolare (un under in meno) compilata dall’Ortona durante la gara pareggiata in Abruzzo. Il giudice sportivo ha accolto il ricorso e ha dato due punti in più in classifica all’Alma che ora è a quota 12. Sabato 19 novembre, però, ci sarà ancora da soffrire e battagliare in quel di Pomezia contro la Mirafin, altra corazzata. I laziali schiumano rabbia per la sconfitta pesante subita a Saviano.
«Dobbiamo mostrare anche fuori casa la stessa personalità – si raccomanda il tecnico granata Nando Mainenti – oggi dei ragazzi apprezzo l’impatto meraviglioso sulla partita, la voglia di fare, di creare occasioni e il dinamismo che ci aveva anche portato ad un passo dal possibile 3-1. Poi la differenza l’hanno fatta gli episodi. Siamo stati ingenui in occasione del retropassaggio al portiere che ha servito sul piatto d’argento al Lido di Ostia l’occasione per il calcio di punizione del provvisorio 2-3. Gli ultimi due gol subiti, invece, non fanno testo, perché abbiamo provato il tutto per tutto con il portiere di movimento, abbiamo gestito male la superiorità numerica nella loro metà campo e ci hanno punito con le ripartenze a porta sguarnita».
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