Oggi l’epilogo, in primo grado, con la condanna dell’ex sottosegretario all’Economia ed ex coordinatore campano del Pdl a nove anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per concorso esterno in associazione camorristica.
Il collegio del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – presieduto da Giampaolo Guglielmo (a latere Rosaria Dello Stritto e Pasquale D’Angelo) – ha escluso l’ipotesi del riciclaggio, concernente il presunto cambio da parte di Cosentino degli assegni bancari consegnatigli da emissari del clan; l’ipotesi era ricompresa in quella principale di concorso esterno.
Al termine dell’udienza, mentre il pm Alessandro Milita, visibilmente sollevato, ha spiegato che “questo è tra i processi più importanti per la Dda”, l’avvocato di Cosentino, Agostino De Caro, ha invece affermato polemicamente che “questo è tra i processi in cui si è giudicato un fenomeno; i fatti penalmente rilevanti non sono emersi”.
La Dda di Napoli ha individuato nell’ex sottosegretario all’Economia del Pdl il “referente politico nazionale del clan dei Casalesi”, colui che dal 1980 fin quasi ai giorni nostri avrebbe stretto un patto di ferro con i capi del clan per ottenere i voti alle varie elezioni fornendo in cambio un contributo stabile alle cosche; Milita ha parlato di una “disponibilità omnibus” di Cosentino, ovvero duratura e aperta ad ogni tipo di favore.
L’accusa, dunque, si basava sul presunto patto politico-mafioso tra Cosentino e il clan, peraltro mai dimostrato nella sua genesi in quanto i capiclan, da Schiavone a Bidognetti passando per Zagaria, non sono mai stati sentiti; non è stato ascoltato neanche Antonio Iovine, unico tra i boss ad essersi pentito. Di contro, alcuni dei circa 20 collaboratori ascoltati, come Dario De Simone e Domenico Frascogna, hanno confermato il sostegno elettorale del clan, ma nessuno ha indicato con precisione le elezioni in cui l’appoggio sarebbe avvenuto.
La difesa ha spiegato che Cosentino, alle Politiche, si è sempre candidato in un collegio dell’Alto Casertano, che non comprendeva dunque il suo comune di nascita di Casal di Principe. La “seconda gamba” dell’accusa è quella dei favori fatti in cambio da Cosentino al clan: il più significativo è l’appalto vinto alla fine del 1999 dai fratelli Sergio e Michele Orsi, ritenuti da una sentenza passata in giudicato come imprenditori vicini al clan Bidognetti.
La gara è quella indetta dal Ce4, consorzio che riuniva 20 Comuni del Casertano e si occupava del ciclo integrato dei rifiuti; per l’accusa fu Cosentino il regista dell’accordo che permise agli Orsi di divenire soci del Ce4, creando la società mista Eco4 che ottenne poi dai Comuni consorziati affidamenti diretti per il servizio di raccolta dell’immondizia.
Fonte ANSA
S’aspetta la dichiarazione di solidarietà del sig. Cirielli (quello della legge sulla prescrizione) che, conoscendolo, lo definì una persona perbene!
ricordiamoci pure che il concorso esterno in associazione mafiosa è un reato che all’estero non capiscono..
eh si, perchè c’è l’associazione mafiosa, il vero mafioso; poi il concorso in associazione, quello che aiuta e concorre al reato, fattivamente; ma il concorso esterno è un reato molto al limite. E questa è una riflessione generale.
Poi una riflessione per chi la mette come questione di partiti politici o politici buoni e cattivi: ora che sono condannati questi politici, e che il governo è di un altro partito, pensate che le mafie stiano a guardare?!? pensate che dicano “ah no, ora non posso fare affari, ok, vado a fare l’operaio in fabbrica e lascio le estorsioni e la droga”?!??
Nello specifico, pensate che ora con VDL, PD, Renzi etc, le mafie siano inesistenti???
Personalmente, NO. Le mafie da sempre fanno affari con chi comanda, e quando non conviene .. in qualche modo eliminano l’intoppo, in qualunque modo, anche legale, come per esempio un collaboratore di giustizia, una denuncia anonima, un magistrato compiacente: è solo iniziare la causa, denunciare, avviare il processo, poi il resto non conta.
E non c’entra nulla con la storia di Cosentino in sé, persona che non stimo, ho mai votato e neppure voterei mai.