Da Aics, Associazione italiana cultura e sport, il Premio alla carriera a Raffaele Sergio, il 50enne di Cava De’ Tirreni ex calciatore di prestigiosi club come Lazio, Torino e Napoli, e della Nazionale di Arrigo Sacchi, poi direttore sportivo e allenatore e oggi fondatore della Raffaello Sergio Academy, che si prefigge di preparare i calciatori del domani non solo atleticamente ma anche eticamente.
Il riconoscimento gli è stato conferito lo scorso fine settimana a Firenze, a chiusura del consiglio nazionale Aics, da parte del presidente nazionale dell’associazione, il deputato Bruno Molea, e del responsabile nazionale Aics Sport, Ciro Turco. Oltre al premio alla carriera, conferiti ad atleti e dirigenti Aics anche i premi “Una vita per l’Aics” e i “Premi all’atleta”. Tra i temi toccati da Sergio nei suoi ringraziamenti ad Aics per il premio assegnato, quello dell’educazione dei ragazzi e dello sport come veicolo di integrazione sociale.
Raffaele Sergio, da calciatore a dirigente: com’è cambiato il mondo del calcio negli ultimi vent’anni?
«Moltissimo, i valori dello sport si sono affievoliti fino a perdere la cura per i settori giovanili: c’è poca cultura da trasmettere ai ragazzi e di giocatori italiani preparati se ne vedono sempre di meno, un peccato per la nostra tradizione calcistica».
Qual è la soluzione?
«Il ritorno alla vera preparazione dei ragazzi, alle regole ferree, alla fatica sana e di valore. Una volta si correva e si stava zitti, adesso si parla molto ma poco di fair play e di regole. E poi, una cosa: dovremmo tenere fuori i genitori dai campi da calcio. I figli soffrono la presenza ingombrante dei genitori a bordo campo e questo mette confusione nel rapporto tra giovani giocatori e preparatori».
Aics si batte da sempre per il diritto allo sport, al pari di scuola e sanità. Trova che la strada sia quella giusta?
«Sì, ma il concetto va rinforzato. Manca ancora molto all’obiettivo dello “sport per tutti” inteso come diritto, a partire dalle strutture sportive specie al Sud. Le potenzialità dello sport sono moltissime, ma è necessario ridare al settore le professionalità e il cuore giusto per educare i ragazzi al sano calcio».
Consiglierebbe a una giovane coppia di iscrivere il proprio figlioletto a calcio?
«Consiglierei loro di cercare persone preparate, ex calciatori, professionisti qualificati che si occupino della crescita non solo tecnica dei loro figli. Con questo intento ho costituito la Raffaele Sergio Academy, affiliata ad Aics: nel desiderio di dare ai ragazzi un luogo sicuro e preparato dove crescerli non solo da un punto di vista tecnico ma etico, culturale e atletico».
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