Lo studio è incentrato sulle antiche insulae conventuali della città di Salerno, un tempo vere e proprie cittadelle autonome, oggi in stato di abbandono e degrado, in attesa di interventi di restauro e risanamento conservativo. Il convento di Santa Maria della Consolazione, Santa Maria di Montevergine, il complesso conventuale di San Domenico, quello di San Benedetto, e ancora il monastero di San Michele Arcangelo e Palazzo San Massimo sono i veri protagonisti della mostra, che si pone l’obiettivo di risvegliare l’attenzione attorno al tema del recupero del centro antico salernitano e di promuovere una nuova riflessione sul futuro della città. Organizzata grazie all’impegno di alcuni studenti e neo-laureati (Pasquale Cucco, Serena Giuditta e María Belén Manfrotto), la mostra è intitolata “L’eco dei chiostri” perché è attorno ai chiostri che si intravede la possibilità di far rivivere gli antichi complessi conventuali, quei chiostri dove sembra quasi di risentire, come un’eco lontana, le voci oranti e i canti gregoriani dei monaci che li hanno abitati e che oggi possono tornare ad essere per tutti i cittadini isole di resistenza contro la frenesia della società contemporanea.
Gli studenti del corso di laurea in Ingegneria edile-architettura hanno svolto sopralluoghi e verifiche finalizzate alla ricostruzione della storia e delle caratteristiche tecnico-costruttive degli edifici salernitani oggetto di studio. Un ruolo importante in questa esperienza ha rivestito la collaborazione con la Soprintendenza per i BAAAS di Salerno e Avellino e con l’Archivio Storico del Comune di Salerno, attraverso il lavoro svolto dalla dirigente dott.ssa Lucia Napoli e dagli altri funzionari, che hanno guidato gli studenti nelle ricerche dei documenti d’archivio inerenti alla realizzazione e alle successive trasformazioni delle antiche fabbriche. Il risultato è racchiuso nei trenta pannelli in mostra fino al 23 dicembre 2016, dove è possibile riscoprire immagini, storie, proposte progettuali sui conventi salernitani per far rivivere nel mondo contemporaneo gli antichi spazi, nel rispetto della loro conformazione e degli specifici caratteri costruttivi e architettonici.
Commenta