La graduatoria generale.
A conti fatti – sommando cioè i risultati dei sei “panel” dell’indagine (Reddito, risparmi e consumi; Affari, lavoro e innovazione; Ambiente, servizi e welfare; Demografia, famiglia e integrazione; Giustizia, sicurezza e reati; Cultura, tempo libero e partecipazione) – la provincia di Salerno si colloca al 103° posto, in caduta di undici posizioni rispetto ad un anno fa. In Campania si piazzano alle nostre spalle Napoli (107° posto e sei posizioni in meno) e Caserta (108° posto, lo stesso del 2015). Ci precedono, invece, Avellino (93° posto, ma perde 12 posizioni) e Benevento che conquista l’86° posto, guadagnando 13 posizioni. Il “piazzamento” di Salerno nelle graduatorie relative ai vari campi di analisi confermano il passaggio critico in corso.
Nella classifica riferita a Reddito/risparmi/consumi la nostra provincia è al 105° posto (su 110, preceduta da Napoli e seguita soltanto da Olbia, Ragusa, Trapani, Matera e Crotone). In quella Affari/lavoro e innovazione è all’82° posto; nel quadro Servizi/ambiente/welfare al 92° posto. Se parliamo di Demografia/famiglia/integrazione, siamo all’89° posto. Nell’ambito degli indicatori riferiti a Giustizia/sicurezza/reati, ci classifichiamo al 104° posto. Cultura/ tempo libero/partecipazione ci vedono messi un po’ meglio, in questo caso ci situiamo al 76° posto.
La crisi dei redditi.
Il Pil pro capite ci segnala subito la complessità dello scenario negativo nel quale ci muoviamo. La media in provincia di Salerno è pari a 15.235 euro a fronte di un dato nazionale di € 22.282: il divario si commenta da solo. E si allarga ancora se confrontiamo il dato provinciale con quello delle “prime della classe”: Milano, 45.101 euro; Bolzano 36.329 e Bologna 34.165. Fa riflettere anche la differente consistenza dell’assegno pensionistico mensile. Qui da noi è pari – sempre mediamente – a 645 euro (93° posto); a livello nazionale il dato (medio) ammonta, invece, a 806 euro. E’ del tutto evidente che con questi “incassi” le famiglie salernitane non possono certo eccedere in consumi. Per esempio, in relazione ai beni durevoli, la spesa media (2015) è di 1.408 euro (101° posto), ben al di sotto di quella nazionale: 2.066 euro.
E molto lontana da quella delle famiglie del Nord ed anche del Centro: Biella (2.872 euro, 1° posto); Prato (2.866 euro, 2° posto); Bolzano e Modena (2.707 euro, 3° posto entrambe). “Ovvia” la ripercussione sui risparmi in banca. I depositi pro capite si configurano in provincia di Salerno in 15.529 euro (79° posto), anche in questo caso al di sotto (e non di poco) della media nazionale: 19.395 euro. Solo per un confronto: un milanese in media ha un deposito bancario di 49.734 euro (1° posto); un romano 42.124 euro (2° posto), ma anche a Treviso (37.564 euro, 3° posto) e a Bolzano (33.713 euro, 4° posto) non stanno affatto messi male.
Il dramma disoccupazione giovanile.
Nel caso di questa directory di approfondimento colpiscono due indicatori in particolare. Il primo è il tasso di disoccupazione nella fascia d’età 15/24 anni che in provincia di Salerno evidenzia un drammatico valore del 50,8 (85° posto), con una media-Italia del 40,1, 10,7 punti in meno della nostra provincia. Il secondo è il tasso di occupazione. In questo caso nel Salernitano si quantifica un valore del 45,1 (88° posto), mentre la media-Italia è del 56,5: 11,4 punti in più. E’ in queste distanze che si spiega il divario che ci troviamo di fronte.
Un divario che non è colmabile nel breve periodo e che dovrebbe indurre la filiera politico/istituzionale ad una “narrazione” più aderente alla realtà delle cose. Anche alla luce di un mercato del lavoro così “bloccato”si spiega, probabilmente, la buona perfomance della nostra provincia dal punto di vista dello spirito d’iniziativa: il numero di imprese registrate ogni 100 abitanti (ottobre 2016). In questo caso Salerno è al 34° posto con un valore di 10,8/valore medio nazionale: 10,1.
FONTE:WWW.SALERNOECONOMY.IT
Signori il problema di Salerno e di tutto il meridione sono i prezzi relativi di quei prodotti e servizi non esposti alla concorrenza internazionale non il reddito! a Milano 1 kg di pane all esselunga costa 2.45 euro reddito medio 45.000 a Salerno mediamente un kg di pane 2.45 per non parlare dei trasporti pubblici la card dell atm costa 45 euro a uno studente e giri tutta la citta e puoi fare a meno dell auto ( che ha costi inferiori d esercizio carburante e assicurazione bollo) a salerno e in campania sei costretto alla schiavitu dell automobile!
Questo discorso si allarga a tutti i beni e servizi non esposti alla concorrenza internazionale dall immobiliare dai prezzi folli sempre in proporzione al reddito al parruchiere sotto casa alle utenze ai servizi professionali!
Svegliatevi!