Allo stesso tempo in Campania diminuiscono del 31,9% le nuove assunzioni a tempo indeterminato mentre aumentano le assunzioni a termine, passando dalle 189.590 del 2015 alle 203.824 del 2016. Pertanto in Campania è evidente la diminuzione di contratti stabili a favore di contratti a termine e voucher, per i quali registriamo il primato italiano in termini di variazione percentuale di utilizzo tra il 2015 e il 2016 (+ 51,1%). A questo trend non sfugge la provincia di Salerno, dove risulta un aumento ingente dell’utilizzo dei voucher lavoro in diversi settori.
“I dati dell’INPS dimostrano che i voucher non fanno crescere l’occupazione, ma anzi alimentano la precarietà già dilagante nel nostro territorio. In particolare, in provincia di Salerno si registra un boom nell’utilizzo di voucher soprattutto nei settori delle politiche sociali e i servizi alla persona, nel turismo, nel commercio e non ultimo nei Comuni. Con questo sistema per i lavoratori è impossibile accedere agli ammortizzatori sociali e i livelli di retribuzione e di tutela diminuiscono sensibilmente”, dichiara Antonio Capezzuto, Segretario Generale della Nidil Cgil Salerno.
“I voucher vanno cancellati e uno dei tre quesiti referendari proposti dalla CGIL riguarda proprio questo. E’ un istituto nato male e va superato in fretta. Bisogna ripartire da zero e ridare dignità al lavoro. Oggi i voucher sono diventati il modo per aggirare le normative contrattuali e ridurre i salari. Nei prossimi giorni come CGIL di Salerno chiederemo all’Ispettorato del Lavoro di Salerno di avviare verifiche a campione sul territorio provinciale circa l’utilizzo dei voucher, per verificare eventuali anomalie e abusi nell’utilizzo di questo strumento nei diversi settori”, conclude Arturo Sessa, Segretario Generale CGIL Salerno.
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